PALERMO – Il post amministrative ha lasciato nella maggioranza di centrodestra più strascichi di quanto ci si potesse immaginare. Infatti, nelle scorse ore, a sorpresa il presidente della Regione, Renato Schifani, ha conferito al vicepresidente della giunta e assessore all’Agricoltura, Luca Sammartino, la responsabilità di gestire i rapporti del governo con il Parlamento siciliano e la presidenza dell’Assemblea regionale, gestita da Gaetano Galvagno. Ciò al fine di garantire una comunicazione efficace tra l’esecutivo regionale e il legislativo.
Ma a fare certamente più rumore, è stata la decisione di Schifani di avocare a sé la delega per la Programmazione, precedentemente affidata all’assessore all’Economia, Marco Falcone, lo scorso novembre. Ciò avviene alla vigilia della definizione della nuova programmazione relativa ai Fondi comunitari 2021/27 e alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il governatore ha voluto ringraziare esplicitamente l’assessore Marco Falcone per “l’instancabile impegno e l’eccellente lavoro svolto durante i primi mesi di questa legislatura. La sua dedizione è stata apprezzata e riconosciuta, ma le nuove esigenze richiedono una redistribuzione delle responsabilità“.
Il provvedimento ha tutti i contorni di una vera e propria “frecciatina” del presidente della Regione al suo assessore anche se la versione ufficiale è quella di una decisione figlia delle richieste dei partiti di maggioranza. Il rapporto tra i due, come è noto, da tempo si è incrinato e questo potrebbe essere un primo step che regola quelle “questioni irrisolte” relative alle elezioni amministrative che Schifani avrebbe affrontato dopo i ballottaggi.
I contrasti tra Schifani e Falcone erano emersi già durante il dibattito sulla Finanziaria, con Falcone accusato di essere troppo accondiscendente alle richieste dell’opposizione, e poi su alcune nomine che non sono piaciute all’assessore all’Economia, su tutte quelle della SAC (Società Autostrade della Sicilia) e sulle Camere di Commercio, contestate pubblicamente. La “vendetta” di Schifani si è consumata durante le trattative per la formazione della Giunta Trantino in cui il presidente avrebbe imposto la nomina di Salvo Tomarchio (uomo vicino a Nicola D’Agostino) a discapito dell’area “falconiana”.
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