A Roma il Rosatellum, a Palermo il Crocettum

A Roma il Rosatellum, a Palermo il Crocettum

PALERMO – A Roma nasce persino il “Rosatellum”, no, non è un vino, ma un altro sistema elettorale, da non confondere con il Verdinellum e neanche con l’Italicum, prodotto dall’on. Fiano del Pd e pronto ancora una volta a far rimischiare i gusti, con il sistema misto che consentirebbe la elezione alla Camera di 303 deputati in collegi uninominali a turno unico, e l’altra metà col metodo proporzionale, sempre in listini bloccati; il tutto per andare naturalmente contro chi non accetta la volontà di Renzi e, naturalmente, tradotto in Anti5stellum.

Insomma, uno stato confusionale di tipo patologico, e che non sia una ubriacatura generale, sta per avvolgere i politici, oltretutto messi alle strette, visto che le direttive rimangono quelle di partorire questo benedetto marchingegno, pardon, impianto legislativo prima dell’estate, e, sempre ammesso che gli stessi politici ci riuscissero, rimarrebbe, loro, l’arduo compito di convincere gli italiani ad andare a votare.

A Palermo divampa il Crocettum, Crocetta si, Crocetta no; la confusione politica regna sovrana e suscettibile di essere districata soltanto dopo le Amministrative di giugno, con la preparazione alle Regionali di novembre, sia a destra che a sinistra.

Esaminando quest’ultima facciata, la Cgil mette alle strette il Governo Crocetta, visto che fin’ora non ha fatto niente per incentivare il lavoro; 500 mila disoccupati in Sicilia fanno paura all’organizzazione sindacale e sarebbe meglio se Crocetta, in punta di piedi abbandonasse il prossimo agone politico, a meno che pensasse di chiudere la legislatura con il lavoro da dare ai giovani disoccupati. Si, neanche se fosse dotato di bacchetta magica! Aggiungeremmo.

Stando alla relazione del segretario regionale della Cgil, Michele Pagliaro, le preoccupazioni in Sicilia non sono davvero poche, considerato che, oltre alla sete di lavoro, si viene a registrare il “neet”, i giovani che non studiano e non lavorano, nell’Isola, sono arrivati a 338 mila, un altro picco piuttosto alto riguarda quelli diplomati e laureati che emigrano verso altri Paesi, i cantieri finanziati con il “Patto per il Sud” non partono per la mancata approvazione del nuovo codice degli appalti; i problemi mai risolti come quello dell’acqua, dei rifiuti, della formazione e tanto altro ancora che riguarda in generale l’economia identificano una Sicilia in stato comatoso.

Giuseppe Firrincieli