TERMINI IMERESE – Per i sindacati la riapertura dell’ex fabbrica della Fiat a Termini Imerese, dopo cinque anni di cassa integrazione e proteste “è un fatto importante, ma non decisivo”.
Venti ex operai stamattina hanno varcato i cancelli dell’ex stabilimento del Lingotto, senza le tute blu da metalmeccanico e inquadrati come impiegati, per progettare al PC componenti per auto, un’attività propedeutica a far partire il primo dei due progetti di Blutec per Termini Imerese, che riguarda appunto la produzione di componenti per auto.
Per i sindacati dei metalmeccanici è solo l’inizio. La scommessa per assicurare la piena occupazione è far partire il progetto del gruppo Metec Stola, che punta a costruire due modelli di auto ibride in Sicilia, vale 190 milioni di euro e potrebbe entro il 2018 assicurare la piena occupazione a Termini Imerese.
“Oggi sono rientrati al lavoro 20 operai su 1.050: 700 ex Fiat e altri 350 delle aziende dell’indotto – dice il segretario provinciale della Fim, Giovanni Scavuzzo Battaglia – rappresentano solo il 4% dei metalmeccanici dell’area industriale. Entro il mese di dicembre 2018 scadono gli ammortizzatori sociali. L’appello è non perdere più tempo”.
“C’è da capire cosa prevede il piano di Blutec più importante che riguarda la produzione di auto ibride – ripete come un mantra il sindacalista – È l’unico che può dare risposte anche ai lavoratori dell’indotto”. Gli fa eco il leader siciliano della Fiom Roberto Mastrosimone, che come il collega della Cisl dal 2002 segue la vertenza, prima da Rsu della Fiom in Fiat oggi da segretario regionale dei metalmeccanici della Cgil.
“Non bisogna mollare – dice il sindacalista – è necessario far partire anche la seconda fase del piano di riqualificazione del piano industriale di Blutec per tornare a produrre auto ibride a Termini Imerese. Solo così – avverte – si può assicurare la piena occupazione e dare prospettive ai lavoratori dell’indotto. È evidente il valore simbolico della giornata di oggi. La riapertura e’ un messaggio importante per gli operai e la città – conclude – ma è il primo passo. L’obiettivo è far rientrare tutti al lavoro”.
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