PALERMO – E così la politica siciliana si immerge nel dubbio amletico, e non per essere o non essere politica con la “P” maiuscola, ma fare qualcosa, o meglio niente? E intanto la Sicilia deve sottostare a situazioni gravissime su molti fronti, mentre la classe dirigente della politica regionale continua ad operare nel grottesco e fuori dagli interessi dei problemi reali e sociali che incombono sull’intera regione.
E così, con le promesse dei pannicelli caldi, il presidente Crocetta cerca di aiutare i disabili gravi; l’on. Marco Falcone di FI dà le dimissioni da coordinatore del comitato per le “impossibili” primarie del centrodestra previste per il prossimo 23 aprile prossimo e per le quali già Berlusconi da tempo si era dichiarato contrario, lasciando nella totale confusione gli altri partitini del centro destra; l’avv. Fiumefreddo dal canto suo, prima minaccia le dimissioni da amministratore di Riscossione Sicilia, poi ci ripensa e torna indietro sulla sua decisione aggiungendo “Se me ne debbo andare, che mi caccino!”; il presidente dell’Ars, Ardizzone, in audizione alla Commissione Parlamentare Antimafia sul caso Riscossione Sicilia, ha dichiarato: “L’Assemblea regionale viene rappresentata come un coagulo di criminali che non vuole ricapitalizzare Riscossione Sicilia e io a tutto questo non ci sto!”.
Ma apprendendo queste notizie non viene di pensare che veramente abbiamo toccato il fondo? No, coraggio, il fondo lo tocchiamo con un’altra notizia ancora più brutta e che rientra anche nel tema rifiuti: “Il modello Sicilia viene bocciato drasticamente da parte dell’UE, per incapacità di progettare e realizzare le necessarie infrastrutture per il trattamento dei rifiuti“.
Una situazione gravissima che viene rimbalzata tra Stato e Regione e per la quale non si riesce nemmeno ad adottare un piano chiaro e univoco per affrontare il problema a medio termine. Sono trascorsi già quattro anni di Governo Crocetta e in tutte le province, o come si vogliono chiamare oggi, Aree metropolitane e Consorzi di Comuni, il problema del trattamento rifiuti è rimasto fermo come prima e, in termini più chiari da lunghi decenni; prima non si è fatto con la scusa di possibili infiltrazioni mafiose, oggi per un problema ancora altrettanto grave e cioè incapacità gestionale.
E domani? Con un’Isola lasciata all’incuria e ad un inquinamento irreversibile, dove dobbiamo andare a parare?
Giuseppe Firrincieli