Regione, M5S: “Se Crocetta scende in piazza lo sbranano!”

PALERMO – “Crocetta scende pure in piazza? Evidentemente, oltre a non avere senso del ridicolo non ha nemmeno quello del pericolo. Considerato lo sfascio generale che ha causato, rischia di essere sbranato dalla gente. Noi in piazza, per la raccolta delle firme, porteremo cantanti ed artisti tassativamente a titolo gratuito: lui riuscirà a fare lo stesso o, come al solito, farà pagare i siciliani?”.

Queste le parole di un recente comunicato dei grillini siciliani, i quali oltre alla preparazione di una mozione di sfiducia, annunciata in aula lo scorso mercoledì, stanno organizzando uno “sfiducia day” per il prossimo 26 ottobre. Si tratterà di una serie di manifestazioni per raccogliere le firme dei cittadini per sfiduciare Crocetta.

Il movimento sta già mettendo in moto la macchina organizzativa, rigorosamente sulla rete, coinvolgendo tutti i meetup cittadini dell’isola.

Il presidente ha attaccato duramente i grillini: “In Sicilia unico caso in Italia, sono alleati con la destra conservatrice, la stampella del vecchio sistema, per impedire che l’isola attraversi il percorso virtuoso di moralizzazione della vita pubblica, di destrutturazione del sistema e prosegua nel processo riformista rivoluzionario”.

Poi il solito refrain legalitario di Crocetta adatto a tutte le stagioni; “Sono gli stessi che non hanno mai pronunciato la parola mafia e anche in presenza di fatti gravi stanno zitti. Non uomini del futuro ma supporter del vecchio sistema che ha distrutto la Sicilia”. Il governatore, inoltre, ha fatto filtrare l’ipotesi di scendere in piazza come risposta alla manifestazione grillina.

I pentastellati, a dir la verità, sanno che la loro mozione di sfiducia (al di là delle parole di rito) non avrà vita facile: “Il centrosinistra non se la sente di mollare la poltrona – scirive in una nota il deputato Giancarlo Cancelleri – il loro è un attaccamento col “bostik”! Sanno che non ne uscirebbero vivi da eventuali elezioni perché la figuraccia fino ad oggi è stata troppo palese”.

“Il centrodestra – prosegue Cancelleri – a livello regionale è impalpabile e non ha nessuna voglia di scomparire sotto eventuali elezioni, anche perché sanno che vinceremmo a mani basse. Inoltre il loro inciucio col governo Crocetta puzza di poltronificio per i posti di sottocomando e sottogoverno. Ma quello che accomuna tutti i partiti è la paura che dalla prossima legislatura il numero dei deputati scende da 90 a 70. Significa che molti di loro non saranno più rieletti e questo li terrorizza”.

Intanto, dalle ultime interviste rilasciate, emerge rafforzata la posizione del segretario regionale del Pd Fausto Raciti. I renziani stanno spostando la loro linea di colombe a quella di falchi e stanno cercando di convincere Crocetta a un azzeramento della giunta. Le parole pronunciate dal renziano Ferrandelli in aula hanno tracciato il solco. Il deputato democratico ha parlato di “darsi un programma di 1.000 giorni per affrontare le urgenze della Sicilia”.

In un recente incontro tra Crocetta, il neo sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, l’assessore Nelli Scilabra e alcuni parlamentari si è convenuto nel discutere questi temi in una direzione regionale del partito.

“Si deve ragionare come un partito – ha tuonato Raciti – e recentemente ci sono stati pezzi che hanno partecipato attivamente alla formazione del governo regionale, con scelte assolutamente non concordate con la direzione regionale, perché i dirigenti all’unanimità dicevano altre cose e seguivano un’altra linea politica. Questi pezzi si sono presi questa responsabilità e adesso tocca a loro scegliere da che parte stare, se dentro o fuori il Pd”.

Il segretario, quando parla di “pezzi” che hanno preso scelte diverse, si riferisce ai renziani. Basterà una direzione regionale per mettere insieme i tanti cocci di un vaso frantumato?