Regione, il governo affonda in una piscina

Regione, il governo affonda in una piscina

PALERMO – Piove sul bagnato a Palazzo dei Normanni. Un altro assessore della giunta di Rosario Crocetta è finito al centro di un caso politico dopo i precedenti di Nelli Scilabra e Roberto Agnello, “vittime” di due mozioni di censura.
Se, in questi due casi il presidente ha difeso a spada tratta i suoi assessori, per Maria Rita Sgarlata, titolare dell’Ambiente e del Territorio, Crocetta non ha sguainato la sciabola ma si è rivolto alla Procura della Repubblica per fare chiarezza sul presunto abuso edilizio relativo a una piscina costruita nella residenza siracusana dell’assessore.

“E’ ovvio che se i pm ravvisassero elementi per portare avanti un’inchiestaha spiegato alle agenzie il presidentenon potrei più esimermi dal rimuovere l’assessore. Ma io, fossi in lei, mi sarei già dimesso. Questo voglio che sia chiaro”.

Crocetta, inoltre, ha spiegato di aver ricevuto la relazione due settimane fa e di avere convocato la stessa sera l’assessore che all’epoca in cui si riferiscono i fatti aveva la delega ai Beni culturali.

“Mi ha detto che secondo lei non ha commesso irregolarità ha proseguito il presidentema io non potevo agire altrimenti, per rispetto del popolo siciliano. In 40 anni di attività politica non ho mai costruito piscine né ho mai abitato in ville stile liberty”.

La Sgarlata, già ieri, ha affidato la sua difesa a un post su facebook e poi a una risposta su Panorama, parlando di “metodo Boffo” per danneggiarla. Dietro gli esposti presentati in Procura, secondo l’assessore, vi sarebbero interessi di una lobby di costruttori del siracusano.

“Ho ricevuto il dossier degli ispettori nella mia posta riservata e avrei potuto mantenere la segretezzaafferma il presidentema per me il “palazzo” deve essere trasparente, così ho trasmesso la documentazione ai magistrati per le loro valutazioni, spetta alla Procura stabilire se è stato commesso un reato. Sicuramente dal punto di vista politico l’assessore ha sbagliato e non penso come dice lei che sia vittima del ‘metodo Boffo'”. Nel calderone politico sono finiti anche i sovrintendenti che hanno autorizzato le procedure.

Questo ulteriore caso ha messo con le spalle al muro la maggioranza. Scrive parole nette su Twitter Antonello Cracolici: “La commedia del governo Crocetta e’ ormai alla fine. Si è trasformata in una farsa. A questo punto è’ meglio chiuderla qui”.

Sembra proprio la pietra tombale sul governo Crocetta. Quest’ultimo, forse sentendosi col fiato corto, ha tentato di ravvivare il progetto del Megafono.

Intanto, sull’assessore all’Economia Roberto Agnello, arrivano gli attacchi del M5S: “Apprendiamo che Riscossione Sicilia non chiuderà gli sportelli ma li declasserà a polifunzionali. Quanto sta avvenendo in buona parte degli sportelli periferici di Riscossione Sicilia non è certamente la risposta alle nostre richieste né a quelle che ciascuno dei partecipanti aveva avanzato durante la seduta di Commissione Bilancio all’Ars dello scorso 3 settembre”.

Quindi, la mozione di sfiducia presentata da diversi deputati regionali, sarà sostenuta anche dai pentastellati. La bufera politica arriva alla vigilia dell’elezione del nuovo vice presidente dell’Ars, dopo l’addio di Salvo Pogliese che è diventato eurodeputato.

Sono diversi i nomi sul tappeto (da Nino D’Asero a Santi Formica), ma in questo clima di tutti contro tutti sarà difficile trovare la quadratura del cerchio.