PALERMO – Per Davide Faraone, sottosegretario renziano, i conti della Sicilia sono in sicurezza e si va verso “un bilancio vero con entrate certe”.
“Finalmente, grazie al rapporto con il governo nazionale sta accadendo un fatto storico – ha spiegato Faraone -. Con l’assessore al ramo Alessandro Baccei, nel passato bilancio abbiamo eliminato tutti i residui attivi, entrate fasulle che negli anni venivano inserite come poste di bilancio. E’ stata fatta un’operazione verità e allo Stato abbiamo chiesto una mano per coprire in maniera strutturale il buco di un miliardo e 400 milioni di euro”.
“Abbiamo trovato 900 milioni nella legge di stabilità nazionale e altri 500 milioni con un provvedimento governativo – ha aggiunto – che Baccei può inserire nella finanziaria regionale. E’ stata fatta un’operazione strutturale che consentirà, attraverso un patto Stato-Regione, di avere un bilancio sano con entrate certe e di fare percorsi di stabilizzazione per i precari degli enti locali e utilizzare per lo sviluppo i soldi comunitari e del Fondo di sviluppo e coesione”.
Se da un lato Faraone mette davanti i risultati dell’ambasciatore renziano in giunta dall’altro, invece, Angelino Alfano – ministro degli Interni – deve difendere i suoi dagli attacchi degli ultimi giorni a seguito del voto contrario alla mozione di sfiducia a Crocetta.
Serpeggia molto nervosismo tra gli esponenti degli alfaniani in Sicilia, bersagliati dalle critiche per il loro ribaltone e per il loro sostegno – non più nascosto – alla maggioranza che ha sancito un capovolgimento della volontà elettorale abbandonando l’alveo dell’opposizione sotto le effigi della “responsabilità”.
“La nostra posizione sul governo Crocetta non è cambiata e non cambia – ha detto Alfano -. Non abbiamo unito i nostri voti a quelli dei Cinque Stelle che fanno iniziative strumentali. Noi con i Cinque Stelle non c’entriamo nulla”.
Però Alfano dimentica che la mozione è stata proposta dai grillini ma è stata sostenuta da parte del centrodestra per dare un segnale di dissenso nei confronti del quarto governo Crocetta.