Post referendum: le parti a favore del “No” dicono la loro

PALERMO – La vittoria del “No” al referendum costituzionale era una cosa del resto prevedibile, data la diffidenza che il governo Renzi ha trasmesso nel pensiero degli italiani. 

Il fatto che questo responso avrebbe causato la fine del governo Renzi però era un’eventualità considerata da molti un po’ blasfema. 

Un giorno dopo la chiusura del referendum le voci sono piene di contenuto soprattutto da parte di chi ha cercato di difendere a spada tratta il semaforo rosso nei confronti di questa discussa e famigerata riforma.

Nella nostra isola essa assume un chiaro e preciso significato politico: bocciare il governo Crocetta, incapace in 3 anni di concludere il percorso di potenziamento della rete ospedaliera. 

Pietro Pata, segretario regionale A.N.A.A.O. Assomed Sicilia, puntualizza: “Basta a giochi di sottogoverno e di anomalo procacciamento del consenso. L’assessore Gucciardi deve presentare al più presto la Rete Ospedaliera! Il Governo di cui fa parte, deve decretare la Rete e deve quindi iniziare subito la stagione concorsualeChiediamo cose semplici e concrete – continua Pata – RETE OSPEDALIERA SUBITO! CONCORSI SBLOCCATI SUBITO! e IMMISSIONE IN SERVIZIO DEI VINCITORI DEL CONCORSO, SUBITO!”. 

Il risultato delle scelte del governo Crocetta è stato il calo nello standard dell’assistenza siciliana, in quanto il nono posto del 2014 è ormai solo un lontano ricordo.

A Pata fa eco Francesco Tanasi, giurista e leader nazionale del “Comitato Consumatori No al Referendum”.

La nostra non è stata una posizione politica o antigovernativa. Ci siamo limitati ad analizzare i fatti e le novità apportate dalle modifiche alla Costituzione, e alcuni aspetti sono apparsi decisamente critici, in presenza dell’attuale legge elettorale che sarebbe finita per dare al Presidente del Consiglio e al solo partito che avesse conseguito  più voti la possibilità di nominare i componenti degli organi di garanzia, quelli che devono tutelare anche le minoranze. In particolare le nomine di organi quali Presidente della Repubblica, ma anche autorità indipendenti come Agcom, Antitrust, Consob e Autorità per l’energia elettrica ed il gas, sarebbero divenuti  espressione esclusiva del partito che avesse vinto  le elezioni.  Organismi, che come noto devono garantire imparzialità ai cittadini e totale indipendenza dai partiti. Se la Legge elettorale invece fosse stata modificata prima del referendum le nostre considerazioni probabilmente sarebbero state diverse”.

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