PALERMO – Non si placano le agitazioni createsi intorno alla “tragedia del mare”, che ha colpito i centinaia di profughi giunti dall’Africa a Lampedusa. Dopo la notizia diffusa da uno dei sopravvissuti, secondo cui è affondato un quarto gommone (non ancora ritrovato) con oltre 100 persone a bordo, il che farebbe arrivare il numero dei morti a più di 300, è intervenuto anche l’eurodeputato siciliano Salvo Pogliese.
“Una nuova tragedia del mare era obiettivamente immaginabile: da mesi andiamo dicendo che l’operazione Triton ha bisogno di maggiori risorse e di nuove regole d’ingaggio che vadano oltre il semplice pattugliamento”
Pogliese sostiene come, in vista di un’intensificazione degli sbarchi con l’arrivo delle stagioni più calde, l’operazione Triton debba essere rivista e corretta. L’eurodeputato sostiene con fermezza che la sede operativa Frontex, debba essere istituita in Sicilia, luogo di immediata frontiera, e che debbano essere riviste le attuali regole di ingaggio verso le imbarcazioni.
“Certo è – aggiunge Pogliese – che l’Europa deve, dal punto di vista politico e diplomatico, svegliarsi perché già a monte i tentativi di sbarco possano essere arrestati, e questa è missione che non può che attenere all’alto rappresentante per la Politica estera dell’Ue”
L’intervento, per l’eurodeputato, deve essere immediato e tempestivo, poiché, gli sbarchi, sono organizzati da persone senza scrupoli e che, stando al racconto dei sopravvissuti, costringono le persone a partire spesso sotto la minaccia delle armi.
Salvo Pogliese, nel concludere le sue dichiarazioni, ci tiene ad affermare come “su oltre 63 mila richieste di protezione internazionale presentate nel 2014, ne sono state esaminate appena 16 mila dalle commissioni territoriali italiane, di cui appena il 45 per cento con esito positivo. La restante parte è rappresentata non da migranti ma da irregolari e con rischio concreto di infiltrazioni terroristiche. Chi sono e perché vogliono entrare in Europa?”