Palermo, Filippo Occhipinti replica a Scavone: “I dati sull’inquinamento in città non così gravi”

PALERMO – Dopo la nostra intervista di ieri al capogruppo del Mov139 Aurelio Scavone, il consigliere Filippo Occhipinti, capogruppo del movimento Comitati Civici, ha chiesto di replicare in merito ai dati relativi al tasso di inquinamento in città che, a detta di Scavone, rendono inevitabile l’impiego delle Ztl.

“I dati utilizzati dall’amministrazione comunale per giustificare i vari interventi contro l’inquinamento e il traffico, sono dettati da dati che all’apparenza non sono poi così gravi: quando è entrata in vigore la delibera del contratto di servizio Amat, in cui si parlava delle 100 euro da far pagare ai cittadini per le Ztl, essa era corredata da una relazione sull’inquinamento i cui dati vengono aggiornati sia giornalmente che mensilmente sul sito della Rap e che ognuno può controllare collegandosi al sito.

Scorrendo sul sito ognuno può vedere che l’ultima data di riferimento, cioè il 2015 dato che i risultati vengono pubblicati con cadenza annuale, non sono così preoccupanti come si vuol far credere. C’è soltanto una centralina, situata in via Evangelista di Blasi, che sfora i dati, che diciamo potrebbe essere presa a modello di inquinamento elevato, se non fosse per un problema: la stessa Arpa ha dichiarato che questa centralina è obsoleta e oltretutto è pure situata fuori dal futuro eventuale perimetro entro cui si vorrebbe inserire la Ztl.

Dovrebbe casomai essere spostata di almeno 500 metri. Non nego che a Palermo ci sia l’inquinamento: esso è un dato innegabile sotto gli occhi di tutti, tuttavia i dati non sono così catastrofici e ripeto non sono io che lo dico ma la stessa Arpa, nella relazione che viene citata all’interno della relazione comunale.

L’azienda stessa infatti, ad aprile di quest’anno ha emesso un bando per rifare tutta la rete delle centraline, non solo a Palermo ma in tutta la Sicilia, per fare in modo di ottenere dei dati seri e rispondenti alla nuova normativa. Io vorrei che ci fossero dei dati incontrovertibili in modo da salvaguardare la salute di tutti. Se noi andiamo a guardare i dati che stanno alla base del provvedimento delle targhe alterne, del 2010, quelli si erano dati veramente preoccupanti che hanno giustificato la misura delle targhe alterne, tant’è vero che all’epoca intervenne la Procura.

Ma le targhe alterne sono uno strumento emergenziale, tant’è vero che nelle altre città al massimo durano pochi giorni, non rimangono in vigore addirittura anni al punto da arrivare a fare multe. Dirò di più: le targhe alterne possono essere utilizzate anche a supporto delle Ztl, in caso in cui le centraline diano dati talmente gravi da giustificarne l’utilizzo, come succede a Milano dove ci sono due, tre giorni alla settimana in cui si utilizzano anche le targhe alterne. Non basta fare la prova del lenzuolo bianco che se una volta ritirato risulta annerito, giustifica l’impiego delle Ztl.

Occorrono dati certi e incostestabili. Inoltre la stessa Arpa, che a sua volta riceve i dati dalla Rap, ha dichiarato che un’altra causa di inquinamento in generale, è data dai fumi industriali. Ora vicino Palermo fumi industriali non ce ne sono. Un dato preoccupante invece, è dato dalle grandi navi da crociera che si fermano nella banchina del porto e non spengono i motori per non essere cosretti a spegnere l’aria condizionata.

Così facendo però, le navi rilasciano si, grandi quantità di fumi tossici, che vanno a finire in città. In merito a questo l’amministrazione no ha fatto niente. Una soluzione potrebbe essere quella di elettrizzare la banchina, in modo da far si che le navi abbandonino i motori a diesel passando a quelli elettrici. Io sono pronto anche a chiudere la città se dovessero risultare dei dati talmente seri da giustificare questo provvedimento, perché prima viene la salute e poi tutto il resto, ma ripeto ci vogliono dei dati seri.

C’è da dire un’altra cosa: il Comune, al momento di fare il ricorso contro il Tar, non ha contestato i dati dell’inquinamento, tant’è vero che nella nota rilasciata dal Cga si legge che i dati sono incostestati, non incontestabili: ciò significa che chi ha fatto il ricorso non ha contestato i dati dell’inquinamento: ha contestato altre cose”.

Teresa Calabria