Ncd si “allinea” con Crocetta: “Diamo contributo alle riforme”

PALERMO – Nemmeno una decina di giorni fa l’ex presidente del Senato Renato Schifani, in una kermesse etnea organizzata dall’eurodeputato Giovanni La Via, distruggeva il governo regionale di Rosario Crocetta lanciando bordate inequivocabili.

“Se fossi un deputato regionaleaveva detto Schifani – dando un giudizio negativo sul governo Crocetta firmerei e approverei la mozione di sfiducia. È un governo che ha esaurito la propria corsa e che ha fallito su tutti i fronti e che ha vinto grazie alle divisioni del centrodestra”.

“È un governo che ha fallito sulle grandi riformeaveva aggiunto l’esponente Ncdha cambiato non si sa quanti assessori, gode di maggioranze trasversali e ha ceduto la propria sovranità ai gruppi che si sono via via formati”.

Bordate che hanno creato una frattura all’interno degli alfaniani in Sicilia che ieri, alla prova dei fatti, non hanno sfiduciato Crocetta e, anzi, hanno dato prova di “fedeltà” al governatore non votando favorevolmente alla mozione di sfiducia sancendo un passaggio, conclamato da tempo, all’interno della maggioranza.

Tutto il gruppo, tranne il deputato Alongi vicino allo stesso Schifani, ha votato contro la terza mozione in tre anni per Crocetta. Così, come ha detto ironicamente qualcuno, è venuta a mancare la d nella sigla Ncd, visto che la destra sta all’opposizione.

La stessa destra che ha firmato la mozione di sfiducia proposta dai grillini e che con Nello Musumeci ha chiesto di andare dal notaio per ratificare le dimissioni e costringere il governo al ritorno alle urne.

Lo stesso Musumeci ha commentato la scelta di Ncd dicendo che “il partito di Alfano ha gettato la maschera votando la fiducia al governo Crocetta”.

“Adesso – ha aggiunto – non avranno più bisogno di imbucare i loro nel sottogoverno”.

Ma per Nino D’Asero, capogruppo degli alfaniani all’Ars, la lettura della mozione è diversa: “L’esito della votazione era scontato. Adesso bisogna pensare alla Sicilia. Noi con la formazione dell’intergruppo con l’Udc stiamo sul tema delle riforme perché siamo in una fase di emergenza nella nostra terra”.

“Le mozioni non servono a nulla – aggiunge – perché quando si vota qualcuno, con la legge che abbiamo noi, non lo si può mandare a casa quando si vuole. Non è successo a nessun presidente”.

Sulla proposta di Musumeci di recarsi dal notaio per ratificare le dimissioni D’Asero è secco: “Ognuno fa le proposte che vuole. È un’idea rispettabile ma non so se è un’idea praticabile. Noi pensiamo soltanto a dare un contributo alla Regione in un momento delicato”.

Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia, però considera la mozione come una prova “del fallimento del governo Crocetta che giunto alla sua quarta edizione ha continuato un percorso di insuccessi e pasticci”.

“Questo è un governo che nasce da giochi di potere – prosegue Falcone – e se la maggioranza in aula di questo governo si è allargata è direttamente proporzionale alla crescita dei siciliani che hanno sfiduciato Crocetta”.

Su Ncd Falcone spiega che “si sta commettendo un errore di valutazione pensando che al calduccio del governo possa garantirsi un elettorato”.

“Lo stesso elettorato che a Villa Itria – conclude il forzista – ha invitato Ncd a prendere le distanze da Crocetta così come ha fatto Renato Schifani, tanto che il deputato a lui vicino non ha votato contro la mozione e non era in aula”.