PALERMO – Visite istituzionali da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella, nella “sua” Palermo, che ultimamente è stata tribolata dai danni subiti durante queste giornate di caldo anomalo; il presidente della Repubblica ha anche commemorato Rocco Chinnici, vittima della Mafia, essendo giunti al quarantesimo anniversario della sua morte.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è andato a vedere la chiesa di Santa Maria di Gesù a Palermo, devastata da un incendio accaduto lo scorso mercoledì; insieme a Mattarella sono stati presenti il presidente della Regione Renato Schifani, il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, il primo cittadino Roberto Lagalla e l’arcivescovo metropolita del capoluogo e primate di Sicilia Corrado Lorefice. Il presidente ha colloquiato con il governatore Schifani e il sindaco Lagalla dopo aver compiuto la visita alla chiesa danneggiata.
Il presidente Mattarella è giunto al Palazzo di Giustizia di Palermo, nel quale ha partecipato al seminario “Memoria e continuità“, organizzato in memoria del quarantesimo anniversario dell’attentato mafioso che uccise il capo dell’ufficio istruzione Rocco Chinnici.
Insieme al presidente figurano partecipanti come il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, il capo della Dna (Divisione Nazionale Antimafia) Giovanni Melillo, il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, la procuratrice generale Lia Sava, il presidente della Corte d’Appello di Palermo Matteo Frasca e i vertici regionali delle Forze dell’Ordine.
Il figlio di Rocco Chinnici, Giovanni, durante il seminario organizzato al Palazzo di Giustizia sull’anniversario del padre, ha detto le seguenti parole: “Questa è una giornata molto significativa perché dimostra che a quarant’anni dalla morte di mio padre il Paese non dimentica e ci ritroviamo qui dove tutto è cominciato… in un momento drammatico per il nostro Paese, mio padre comprese che per contrastare il fenomeno mafioso sempre più potente ed eversivo servivano giudici specializzati e nacque l’embrione del pool antimafia che poi portò avanti i processi che considero al maxiprocesso… la nostra legislazione è nata sulla scia di fatti drammatici che hanno portato a morti e stragi, e questo non può essere dimenticato“.
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