PALERMO – La legge di stabilità 2026–2028 approvata dall’Assemblea regionale siciliana rappresenta, secondo Cateno De Luca, leader di Sud Chiama Nord, «il punto più basso della storia parlamentare siciliana». Un giudizio durissimo che il deputato lancia ripercorrendo l’iter della manovra finanziaria e accusando il Governo guidato da Renato Schifani di non avere una visione politica e amministrativa per la Sicilia.
Il percorso “drammatico” della Manovra Finanziaria
De Luca definisce “drammatico” il percorso della finanziaria: «La Giunta – afferma – ha approvato il testo il 31 ottobre con appena 27 articoli. La Commissione Bilancio, il 4 dicembre, lo ha trasformato in un documento da 134 articoli, risultato di una bulimia normativa che ha snaturato l’impianto originario senza una strategia complessiva».
Il leader di Sud Chiama Nord ricorda come il suo movimento avesse consegnato al presidente della Regione cento proposte organiche, discusse a Palazzo d’Orléans in oltre due ore di confronto: «Nessuna di quelle proposte è stata recepita. Il Governo ha scelto una legge di stabilità priva di prospettiva, senza riforme strutturali e senza reale attenzione agli enti locali».
Le promesse non mantenute
Tra gli impegni che, secondo De Luca, Schifani non avrebbe mantenuto figurano l’aumento di almeno 50 milioni del Fondo per le autonomie locali; il trasferimento gratuito ai Comuni delle aree urbanizzate del demanio marittimo e fluviale; la dismissione gratuita delle superfetazioni immobiliari incompiute dell’Esa e delle Asp; interventi concreti in tema di semplificazione amministrativa e ambientale.
Nonostante il lavoro svolto dal gruppo parlamentare di Sud Chiama Nord, solo tre proposte sono state inserite nella manovra finale: la Super Zes Siciliana, l’adeguamento del corrispettivo euro/km nel trasporto pubblico locale e il potenziamento dei servizi nei parchi archeologici.
De Luca respinge con forza qualsiasi accusa di accordi sottobanco: «Il confronto parlamentare richiede studio, mediazione e responsabilità. Ridurre tutto a slogan significa mortificare le istituzioni». Poi la stoccata politica: «Il presidente Schifani non rappresenta più una maggioranza reale neanche in aula. La legge di stabilità è passata con appena 29 voti favorevoli».
L’invito a Renato Schifani
Da qui l’invito a un cambio di rotta: «Schifani azzeri la Giunta e redistribuisca gli assessorati in modo coerente con gli equilibri di aula. È l’unica strada per arrivare alla fine della legislatura limitando i danni».
Infine, l’annuncio: il 18 gennaio a Caltagirone Sud Chiama Nord presenterà il proprio “Governo di Liberazione”, definito autonomista, civico e progressista, con una visione basata su programmazione, decentramento amministrativo, trasparenza e centralità del merito.
Motivazioni alla base del voto contrario del gruppo non mancano: «Questa legge di stabilità – conclude De Luca – è priva di prospettiva, non sostiene adeguatamente i Comuni, non semplifica e non programma. Per questo abbiamo votato NO. La Sicilia non si cambia con gli slogan, ma con il coraggio di governare davvero».



