PALERMO – È il giorno della resa dei conti a sala d’Ercole. Il presidente della Regione Rosario Crocetta ha spiegato ai deputati regionali le linee guida che lo orienteranno, cercando sponda nelle opposizioni e prefigurando quelle larghe intese di cui tanto si è parlato.
L’intervento del presidente è iniziato intorno alle 12,30 e ha affrontato le tematiche europee che riguardano la Sicilia, come l’accordo tra Europa e Marocco per l’agricoltura. Si è presentato zoppicante su una stampella e ha parlato a lungo per oltre 100 minuti.
La lunghissima maratona si è conclusa a tarda sera e ha lasciato sostanzialmente immutato il quadro.
Il presidente, dopo aver parlato in generale dell’attuale situazione economica e politica che “condanna le regioni“, solo in un secondo momento ha affrontato i nodi politici sul tappeto da settimane.
“Non è eccessiva una denuncia per voto di scambio da parte di Marziano?” chiede il presidente ai deputati regionali sul caso delle elezioni di Rosolini e Pachino e della recente nomina di Piergiorgio Gerratana che, secondo Marziano, influenzerebbe il voto.
“Non ho fatto contro querela perché il deputato che ha fatto questo mi sta simpatico” ha chiosato Crocetta.
Sui rapporti con i democratici inizia un lungo monologo del presidente. “Se qualcuno della maggioranza si tira fuori dal primo giorno di governo cosa posso fare di più? Non ho intenzione di andare a casa! Sono provato e abituato alle più grandi sofferenze, con un osso spaccato continuo a restare in piedi”.
“Io non ho alcuna posizione personale da difendere – prosegue Crocetta – non devo fare linee di trasporti o di autobus, non ho imprese e nessun interesse personale. Esco nudo come sono entrato, abbiamo cercato di fare i santi al governo. Qualcuno, invece, ha detto che ho dei comportamenti mafiosi! È legittimo usare questi toni?”.
IL PD. Per il governatore si è aperta “una corsa alla candidatura alla presidenza e non è normale, ci sono sindaci incapaci di dare risposte alla loro città e pensano di candidarsi”.
“Il tema politico è stato il rimpasto – aggiunge Crocetta – e si è parlato solo di accordi politici. Io vado dritto per la mia strada, nel rispetto della coalizione e con il confronto serio e leale con le opposizioni. Invece si è scelto di stare contro il presidente sempre e comunque”.
DIGIACOMO. Il presidente ritorna sulla nomina dei manager della sanità che ieri ha acuito lo scontro con Pippo Digiacomo, presidente della commissione sanità. “Chi conosce questi manager? Chi sono? Io guardo gli atti e faccio delle scelte. Ho inteso questa vicenda delle nomine come un possibile reato per il presidente e ho bloccato tutto, gli interessati possono fare ricorso al Tar”.
“C’è stata un’interpretazione legale – spiega Crocetta – e io grazie a Dio non faccio raccomandazioni, non ne ho mai fatte. I manager mi dicono che ricevono tre telefonate al giorno per delle raccomandazioni”.
SCONTRO. A queste parole insorge l’aula. In particolare il grillino Cancelleri chiede al presidente i nomi e quest’ultimo, stizzito, risponde: “Le denunce che riesco a fare io voi non riuscite a farle. Non avete vinto e quindi accettate che c’è un presidente che su parecchi aspetti vi scavalca”.
“Che denunce avete fatto? – chiede Crocetta – Avete fatto nomi?”.
PIANO GiOVANI. Sul flop del Piano il presidente difende le sue scelte e quelle di Nelli Scilabra. “Il click day è stato adottato – spiega – su suggerimento del ministero, così come stanno facendo le regioni italiane. I tempi degli uffici del lavoro ci sarebbero stati tempi lunghi. Con il click day le valutazioni sono oggettive e anonime”.
“Il piano continua e il nuovo bando attende un parere dell’avvocatura dello Stato. C’è una commissione d’indagine su questa tema”.
Sull’assessore Scilabra: “L’operato di un assessore non può essere valutato su un solo atto. Abbiamo la prima selezione che è valida, la prossima partirà a giorni. Pensate che mio nipote vuole fare causa contro la Regione per il click day, mica era raccomandato o assunto in qualche società (riferendosi alla figlia dell’ex dirigente Anna Rosa Corsello; ndr). È questo che ci deve essere uno stile politico”.
RACITI. Sulla decisione della segreteria del Pd di togliere il sostegno Crocetta dice: “Io ho posto un problema di merito, non discuto le rappresentanze politiche. Una direzione non può stabilire quali sono gli assessori oppure si tira fuori”.
“La sfida che propongo è alta e accetto i toni critici. Si deve trovare una sintesi, non posso essere in mezzo a contraddizioni. Il Pd è il mio partito e occorre una soluzione interna”.
SGARLATA. Sull’ex assessore all’ambiente parole critiche del presidente. “Da assessore sarei andato in bicicletta in assessorato, purtroppo non esiste per me la bicicletta blindata. Io la piscina non me la sarei fatta neanche a 5mila metri dal mare, il potere deve essere sobrio”.
“La mia sfiducia nei confronti della Sgarlata – prosegue – è terminata lì ed è finito il rapporto”.
INCIUCIO. “Nessuno parli di inciucio – chiarisce il presidente – qui nessuno si vuole fare zito. Occorrono riforme sulla burocrazia, sul diritto allo studio, sui rifiuti, sulla formazione, sui liberi consorzi. Venerdì per questi ultimi sarà pronta la riforma”.
“Voglio proporre un lavoro costante e continuo – afferma – ma non vuol dire fare patti scellerati con qualcuno. I siciliani mi hanno eletto per governare e non è nella mia disponibilità lasciare”.
OPPOSIZIONI. Durissimo Nello Musumeci: “C’è stato un grande assente nelle parole del governatore. La politica. Non so se Crocetta, ci fa o c’è. È una persona che continua a prendersi gioco delle istituzioni. Egli è stato abile nella strategia mediatica come nell’ignobile mistificazione che ha saputo accreditare. Crocetta è il personaggio sbagliato nel momento sbagliato”.
“Avete creato una situazione di caos in tutte le strutture dell’amministrazione. Come fa Crocetta a non capire di essere un presidente isolato, contestato da tutti? E come reagisce? Puntando l’indice accusatore contro chi lo attacca – affonda Musumeci -. Lei è un buono a nulla, ma capace di tutto, presidente Crocetta. Tolga il disturbo, rassegni le dimissioni con un atto di coraggio”.
Durante la lunga maratona a Sala d’Ercole hanno preso la parola quasi tutti i maggiori esponenti dell’opposizione che hanno sgombrato il campo dalle ipotesi di larghe intese e hanno annunciato una mozione di sfiducia nei confronti del governatore.
È stato Marco Falcone, capogruppo di Fi all’Ars, a lanciare il guanto di sfida a Crocetta: “Chiedo formalmente di calendarizzare la mozione di censura alla Scilabra. Noi abbiamo pronta la mozione di sfiducia a Crocetta. La presenteremo insieme ai deputati grillini e ci aspettiamo il sostegno anche degli esponenti della maggioranza che finora hanno criticato questo governo. Ridiamo ai siciliani il diritto di tornare al voto”.
Anche Antonello Cracolici, da tempo avversario di questo governo, ha usato parole molto pesanti nei confronti dell’attuale situazione politica generata dal governatore: “La domanda è un’altra: i siciliani credono che questo governo sia adeguato? I primi mesi del governo Crocetta, anche per la sua sregolatezza, avevano suscitato molte speranze. Ma la luna di miele è finita subito. Già dopo la nomina di Zichichi avevo detto: ‘Vediamo quanto dura’. E non mi sono sbagliato. Il presidente dice di avere vinto, e non si capisce noi cosa avremmo fatto. E ci spiega che vuole governare col suo staff. Solo che il suo staff è quanto di più precario si sia visto: 21 assessori e ben cinque capi di gabinetto”.
Nino D’Asero, dell’Ncd: “Abbiamo cercato di dimostrare che l’opposizione responsabile vuole dare un contributo. Restiamo all’opposizione, ciò non significa non potere ragionare sui problemi. I siciliani aspettano le risposte”.
I grillini, attraverso il deputato Giancarlo Cancelleri, hanno avanzato dubbi sulla mozione: “Sappiamo bene che non ci saranno mai 46 firme a sostegno della mozione di sfiducia. Nè il centrodestra nè il centrosinistra sono nelle condizioni di andare al voto. Noi la firmeremo la mozione di sfiducia. Anzi, lanceremo lo ‘sfiducia day’. Raccoglieremo le firme che aggiungeremo a quelle dei parlamentari. Il tempo è scaduto. Crocetta spenga la luce e vada via”.
MAGGIORANZA. In tutta questa bagarre la maggioranza che teoricamente dovrebbe sostenere Crocetta è apparsa tiepida nei confronti del presidente. Lino Leanza di Articolo 4 ha dichiarato in aula: “Articolo 4 c’è. Ma mi auguro che il presidente della Regione possa ricucire con autorevoli esponenti di quest’aula. È vero che il presidente della Regione viene eletto dal popolo. Ma senza i partiti, e senza gli apparentamenti, senza cioè il sostegno fedele delle forze politiche non si diventa presidente”.
Mentre Baldo Gucciardi, del Pd, ha aperto a una nuova stagione: “Serve una nuova fase politica e parlamentare. Bisogna scrivere insieme, governo e parlamento, un nuovo metodo istituzionale. Che apra, insomma, una nuova fase nei rapporti tra l’esecutivo e i deputati. Mi limito a dire: facciamo presto”.
LA CONCLUSIONE. “La questione è quella del cambiamento – ha dichiarato intorno alle 20 Crocetta nel suo intervento conclusivo – io ho una visione diversa del partito (riferendosi al Pd, ndr) e se ci si vuole confrontare occorre il rispetto reciproco tenendo conto che io sono il presidente”.
“Io mi auguro una ricomposizione – conclude Crocetta – il progetto di rivoluzione va avanti. Io sono pronto alla battaglia, facciamo sfide sui contenuti e sui grandi temi. Non possiamo ragionare ogni sei mesi sulla composizione del governo”.