PALERMO – Qual è lo stato di attuazione del Piano Regionale di tutela della qualità dell’aria? Lo ha chiesto l’assessore regionale del Territorio e dell’Ambiente, Toto Cordaro che, a un anno dall’approvazione dell’importante strumento pianificatorio, ha incontrato i rappresentanti degli organismi coinvolti per verificare quali misure concrete siano state assunte per contrastare l’inquinamento atmosferico in Sicilia.
L’incontro, che ha visto la presenza delle autorità portuali, dell’ANCI, di diversi dipartimenti regionali, della Capitaneria di porto di Augusta e dall’ARPA, è servito a fare un primo giro di verifica sullo stato di attuazione delle misure previste dal piano e ha definito il metodo operativo da adottare per ottimizzare gli effetti delle azioni che hanno come obiettivo il miglioramento della qualità dell’aria in Sicilia.
“Il Piano, che è stato approvato nel mese di luglio dello scorso anno dalla Giunta, rappresenta il primo concreto e significativo passo avanti nella definizione di una strategia regionale di contrasto all’inquinamento atmosferico– dichiara l’assessore Toto Cordaro-. Verificarne l’attuazione diventa la cartina di tornasole sulla quale si misura lo sviluppo ambientale e culturale della Sicilia. È per questo che occorre vigilare affinché le misure di contrasto previste per ridurre le emissioni vengano poi attuate. Dobbiamo ai siciliani un cambio di passo che consenta di allinearsi agli standard ambientali virtuosi definiti dall’agenda 2030. Proprio per questo– afferma Cordaro- è importante che la Regione svolga un’attività di monitoraggio e vigilanza che incida sulla concreta attuazione delle misure previste”.
Il Piano della qualità dell’aria è strutturato in 25 misure di attuazione che prevedo precisi indicatori il cui rispetto consente di controllare le emissioni inquinanti e rendere salubri i territori. A oggi i maggiori scostamenti sono stati rilevati per le emissioni prodotte dal traffico veicolare, per quelle generate dai grandi impianti industriali e dalle navi durante la fase di ormeggio, dagli scarichi civili prodotti da impianti di riscaldamento a uso domestico laddove questi siano ancora alimentati da biomasse, dalle emissioni dovute a incendi, allevamenti e rifiuti.
Il tavolo tecnico ha individuato gruppi tecnici di lavoro, omogenei per tipologia di emissione, che si occuperanno di verificare lo stato di attuazione del Piano.