Il 25 aprile Festa della liberazione: un giorno di ordinaria follia politica

Il 25 aprile Festa della liberazione: un giorno di ordinaria follia politica

PALERMO – Neanche per il 25 aprile i politici sono riusciti a chiudere la bocca, anzi gli strali sono diventati colpi di bazooka, caricati con proiettili all’uranio impoverito; qualche giorno fa, Silvio Berlusconi, si è permesso di offendere gli Italiani dicendo che ci troviamo in questa situazione di m… , pardon, di stallo, cioè senza governo, perché gli italiani hanno votato male, come se la colpa fosse di chi non ha votato per lui, ma per i Grillini.

Votare per i pentastellati è stato un errore? Cioè, scusate, ma viene difficile comprendere! Solo in Sicilia, il 50 per cento degli elettori ha votato male. Sarebbe stato meglio dire la verità: “Gli Italiani hanno votato male perché il Parlamento ha varato una nuova legge elettorale più brutta del Porcellum, perché del tutto incapace di produrre una maggioranza di Governo”. Adesso il Capo dei Forzisti sbandiera, ancora, ai quattro venti e in occasione della festa del 25 aprile, che una persona, piuttosto preoccupata, si sia confidata con lui, dicendo che nei Grillini rivede un  Hitler inferocito davanti agli ebrei. Quel pensiero, ha detto ancora Berlusconi, merita una profonda riflessione, facendo inalberare, chiaramente, Matteo Salvini, il quale, a sua volta, si vede davanti una salita ancora più impervia, per un possibile accordo con Di Maio.

Di contro il Ministro Calenda url: “Se il Pd fa l’accordo con Di Maio strapperò la tessera di Partito!”; e non è il solo perché le anime guida delle varie correnti sono in forte contrasto. Matteo  Renzi, decisamente contrario a una possibile fumata bianca con i 5 Stelle, si scontra con Emiliano e Del Rio contro Franceschini.

Questa fiction non fa sperare alcuna conclusione positiva e neanche si può parlare di un feuilleton che preveda un finale di “Buon Governo”. Purtroppo, i fatti di cronaca dimostrano che, persino a livello nazionale, manca una seria e capace rappresentanza politica; gli showroom di settore mostrano un campionario squallido ad alto costo. Ma dove stanno i politici di spessore di una volta? Dopo la mattanza di Tangentopoli e con la fine della prima Repubblica, non si è più visto un ricambio generazionale, formato e dotato di alta capacità professionale politica e di buon Governo. Un connubio di doti molto, ma molto necessario.

Tanto è vero che le doti di un politico non vengono mai misurate soltanto nella capacità di raccogliere voti o adesioni alla propria espressione d’Intenti. Un politico, con la “P” maiuscola, deve anche possedere la capacità di gestire la Cosa Pubblica e, ancora, un’altra peculiarità risulta alquanto necessaria: quella di amare la democrazia, il rispetto dell’avversario non deve essere mai messo da parte perché anche il più acerrimo antagonista può diventare il compagno di viaggio. La politica non va mai intesa come imprenditoria privata a scopo di lucro. Sarebbe un grande danno per una Nazione intera.

Dopo questa analisi, attenta o superficiale che sia, lasciamo il parere al lettore, è d’obbligo porsi un serio interrogativo: stiamo parlando di una Nazione come la Germania o di una Italietta con un debito pubblico che fa inorridire solo a decifrarlo, 2 mila e 300 miliardi di euro? Un Paese che intende esclusivamente dipendere da un padrino come la Germania e Stati Uniti o Russia a seconda dell’alta o bassa marea di convenienza economica per scambi commerciali e di forniture di materie prime, non può durare in eterno.

E nella nostra terra? In Sicilia, la crisi politica ci sommergerà con le prossime amministrative. Il bailamme sulle convergenze, specie a Catania, avrà le sue ripercussioni; la fibrillazione politica nel Centrodestra, tra Salvini e Berlusconi, si ripercuoterà, di sicuro, a Catania e potrà condizionare facilmente anche l’accordo di sostegno del candidato forzista Salvo Pogliese.

Di tale argomento avremo ancora parecchio di che parlare!