Elezioni in Sicilia, tutti in attesa degli ordini dall’alto

PALERMO – “Calma e sangue freddo!”, almeno nel Pd, impegnato al Nazzareno a sciogliere la matassa della legge elettorale. Volti e risvolti stanno caratterizzando l’evolversi, nella direzione del partito democratico, impegnata in un ipotetico accordo con i 5 stelle, dello scontro con le due anime di Forza Italia e con i veti sui capilista bloccati anche da parte degli ultimi fuoriusciti, Bersani e company; nonché l’ultimo “ruppu” complicato e ancora da sciogliere come quello di Maria Elena Boschi, tirata in ballo dal giornalista De Bortoli che ha dichiarato, con ferma determinazione, nel suo nuovo libro: la suddetta sottosegretaria del Governo Gentiloni, quando era ministra di Renzi, ha tentato di aiutare suo padre e la banca Etruria, chiedendo l’intervento dell’Unicredit.

Ed in Sicilia, il Partito democratico cosa fa per affrontare le Regionali? “Muti e stamu o virriri!”. Almeno all’Ars, forse con i figli d’Ercole stanchi ed “esauriti” dopo l’approvazione della minifinanziaria, si registra una grande voglia di rilassamento generale e un rinvio a dopo il 16 maggio prossimo per riprendere il lavori del Collegato alla legge di Bilancio. Oltretutto in menù sono inseriti due argomenti scottanti ed importanti come la ormai tanta discussa fusione del Cas (Consorzio autostrade siciliane) con l’Anas e la liquidazione della Società “Riscossione Sicilia”; per non parlare dell’altro famoso disegno legislativo sulla nomina dei commissari delle Asp.

Dal lato prettamente politico, il segretario regionale del PD, Fausto Raciti, prende anche lui tempo sulla scelta della candidatura del premier regionale, alle prossime elezioni di novembre; sicuramente rimanendo in attesa che Renzi formi il nuovo palinsesto direttivo del partito e così decidere dopo, sempre con il beneplacito del segretario del Pd, o dare operatività alle tanto attese primarie per la scelta del candidato a Palazzo d’Orleans, o adeguarsi all’appello lanciato dal sindaco Bianco nel dare mandato diretto al presidente del Senato, Piero Grasso, a partecipare alla competizione regionale, annullando definitivamente le “primarie” peraltro odiate anche dai forzisti siciliani su diretti ordini di Berlusconi.

Bene non vi è che dire, ormai, le scelte democratiche sono diventate anacronistiche e fuori moda. A cosa serve la volontà degli elettori sulla scelta dei candidati, o dei simpatizzanti nel caso delle primarie? I rappresentanti vanno imposti al popolo e non dal popolo! E poi, perché dovremmo cambiare questi politici? Chi non vuole votare se ne stia a casa, tanto chi ci perde per primo è il cittadino che non va a votare! E il partito del “Non voto” ha una sua valenza? Ormai ne siamo certi, non fa paura a nessuno! O forse si, ai piccoli partiti.

Giuseppe Firrincieli