La disoccupazione in Sicilia e la festa del Primo Maggio

PALERMO – Sembra una pugnalata alle spalle, più che “Unni chiovi? Supra o vagnatu!”. In coincidenza della vigilia del primo maggio, si chiudono i conti statistici dell’anno 2016 sulla disoccupazione in Sicilia con un risultato eccellente (?): 500 mila giovani che non studiano e non lavorano! C’è da brindare su una Regione ridotta al collasso? Chiaramente no! Almeno per noi, i nordisti magari potranno dire: “ Ben vi sta! Voi avete scelto la vostra classe politica, e chi è causa dei suoi mali, pianga se stesso!”. E non avrebbero tutti i torti.

Con una Assemblea regionale formata da partiti ridotti in mille rivoli e per giunta in stato comatoso e con Crocetta che pensa di far fare un tagliando ai propri assessori, visto che non c’è alcuna rispondenza con i deputati dirimpettai di Sala d’Ercole che dovrebbero sostenere il Governo regionale (e guarda caso ci pensa dopo quattro e mezzo di mal governo), dove dobbiamo andare? “A cogghiri cicoria!”. Cosa si potrà festeggiare domani, primo maggio, in Sicilia? Bisognerebbe chiederlo proprio al presidente della Regione e dire: la Sicilia risulta la prima per disoccupazione, gli occupati risultano 3 su 10 con lavoro instabile e mal pagato, decine di migliaia di lavoratori che non percepiscono lo stipendio da lunghi mesi, come quelli della formazione, l’Eurostat ci ha declassati come la peggiore Regione d’Europa, in fatto di disoccupazione (come se non lo sapessimo!), L’Ice afferma che anche l’export siciliano, nel 2016 ha continuato a perdere punti con meno del 17 per cento, dopo un 2015 con l’11 per cento di perdita.

E di contro dobbiamo assistere, ai business sulla pelle dei migranti, con le dichiarazioni di Frontex che fanno venire la pelle d’oca: le organizzazioni criminali del traffico dei migranti hanno incassato circa 5 miliardi nel biennio passato.

Cosa dobbiamo festeggiare ancora in Sicilia per la festa dei lavoratori? Non ci possiamo lamentare sull’incameramento di rifiuti pericolosi provenienti dal nord, sulla incapacità gestionale della stoccaggio dei nostri rifiuti, sui siti di ricezione dell’immondizia, ormai al collasso; ancora sui miliardi di euro che si sono buttati per mantenere per quarant’anni la Società “Stretto di Messina”, con il ponte rimasto in progetto e, come l’Araba fenice che scompare e compare, guarda caso solo in coincidenza di campagne elettorali; l’allegra gestione del Cas, il Consorzio autostrade siciliano, come un vaso di pandora strapieno anch’esso di miliardi di euro, la cui scopertura è ancora all’inizio, e chi più ne ha più ne metta.

Meglio non pensarci proprio a festeggiare il “lavoro” perché questo non esiste proprio in Sicilia, addirittura converrebbe rivolgerci alle Persefoni, con il sacro rito di una volta, riprendere l’antica Processione che richiama il culto delle nostre antiche figure mitologiche, come Demetra e Persefone, le grandi madri del Neolitico propiziatrici di buoni raccolti, alle quali i nostri avi erano molto devoti. Un alternativa del genere, sicuramente sarebbe più propizia del palinsesto politico che ci ritroviamo oggi davanti ai nostri occhi. Oh … scusate, oggi ci sono le primarie del Pd!

Giuseppe Firrincieli