PALERMO – A distanza di 42 anni dall’uccisione del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, l’Italia e le sue cariche più importanti, hanno voluto ricordare oggi gli “eroi” caduti per mano della mafia in quel 3 settembre lungo via Carini.
“Il coinvolgimento della scuola, degli altri ambiti educativi, dei mezzi di comunicazione, è essenziale affinché sempre più si affermi una cultura diffusa della legalità, che rigetti ogni forma di compromesso con la mentalità mafiosa, rafforzando democrazia, sviluppo, coesione sociale“, ha affermato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Con questi sentimenti, rivolgo un commosso pensiero alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo, esprimendo i sentimenti di solidarietà e di vicinanza della Repubblica“.
“Il coraggio e la dedizione del Generale dalla Chiesa, che ha combattuto senza sosta contro il terrorismo e la mafia, sono per noi un esempio e una guida – ha aggiunto . È nostro dovere onorare la sua memoria continuando con determinazione il suo impegno. L’Italia non dimentica“.
“La strage di via Carini ha segnato la storia del Paese e rappresenta una ferita per le Istituzioni. Il generale dalla Chiesa ha dedicato la propria vita al servizio dello Stato, difendendo i valori della legalità e della giustizia fino all’estremo sacrificio“, lo scrive in una nota il Sottosegretario di Stato al Mit, Tullio Ferrante.
“Un eroe italiano– continua- che ha combattuto con coraggio e abnegazione la criminalità organizzata, oltre ogni ostacolo. Grazie al suo encomiabile impegno, e al metodo investigativo che ha saputo sviluppare, la lotta alla mafia ha compiuto enormi passi in avanti. L’esempio del generale dalla Chiesa è sempre vivo e resta per tutti un faro da seguire”.
“La perdita di un uomo simbolo della legalità segna un momento terribile nella storia di Palermo e di tutta Italia. Ha combattuto il terrorismo e la mafia e ha insegnato a chi è venuto dopo a combattere Cosa nostra“.
“Quel metodo che viene sempre evocato, il ‘Metodo Dalla Chiesa‘, ancora oggi trova applicazione ampia in tutti i quelli che possiamo definire i suoi allievi, l’arma dei carabinieri e tutte le forze di polizia“. Lo ha detto il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia.
“Ricordiamo il sacrificio del generale dalla Chiesa, ma anche il suo coraggio, il suo impegno e la sua straordinaria intelligenza per dire che la speranza dei siciliani onesti non è morta quella sera del 3 settembre 1982 ma ha trovato nuova forza. Il riscatto della Sicilia si alimenta attraverso la memoria di queste figure luminose” così Nino Minardo, Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati.
“Carlo Alberto Dalla Chiesa rappresenta uno degli esempi più alti di fedeltà alle istituzioni e di dedizione allo Stato. A 42 anni dall’attentato in cui persero la vita anche la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo, deceduto pochi giorni dopo, è fondamentale ricordare il Generale dei Carabinieri che ha lottato contro il terrorismo e, successivamente, come Prefetto di Palermo, non ha esitato a combattere la mafia. Sebbene questa sfida si sia tragicamente conclusa, il suo metodo di lavoro continua a essere un punto di riferimento per la magistratura e le forze dell’ordine. Inoltre, il suo esempio umano rimane un’ideale eredità per la società civile, le nuove generazioni e le istituzioni“.
Queste sono le parole del sindaco di Palermo, Roberto Lagalla.
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