PALERMO – Aveva scaricato letteralmente il barile sul Pd e sul mancato intervento di Renzi in campagna elettorale per giustificare la batosta delle amministrative.
Ma poi Rosario Crocetta – dopo una serie di polemiche interne ai dem – è tornato sui propri passi dicendo di non aver mai attaccato Renzi.
Con una piroetta il presidente è tornato indietro e ha sviolinato tenere melodie nei confronti del premier ex rottamatore: “La specificità e la drammaticità dei problemi della Sicilia, le cui cause non sono da attribuire sicuramente ai governi attuali ma alle vicende storiche dell’Isola, richiedono una urgenza di provvedimenti immediati. Abbiamo la necessità ormai, e non è una critica nei confronti del governo, di intervenire sulla questione sociale poiché i risultati positivi raggiunti sulla spesa europea e la fine del crollo del Pil in Sicilia, non sono sufficienti a fare decollare l’Isola né tanto meno a risolvere nell’immediato il livello di disperazione economico e sociale, portato da anni ininterrotti -dal 2006 al 2013 – di perdita di Pil del 2% , la chiusura delle aziende e i licenziamenti dei lavoratori, nell’impossibilità tra l’altro degli enti pubblici di assumere, in considerazione dei livelli di sovraffollamento di dipendenti in tali enti”.
“La mia conferenza stampa – ha aggiunto Crocetta – rivolta principalmente a bloccare un’azione di vero e proprio sciacallaggio nei miei confronti, sulla base della valutazione della sconfitta del candidato sindaco del centro sinistra nelle elezioni amministrative della mia città, non è un attacco ad alcuno, ma un appello a tutti a fare di più, alle forze di governo, come a quelle di opposizione, rilanciando un’azione riformatrice del Parlamento bloccata molto spesso da in utili polemiche e differenziazioni che, nell’attuale fase di drammaticità sociale, non hanno senso”.
Così Crocetta prepara una sorta di rivoluzione d’autunno preannunciando una legge di sostegno per i senza reddito e i disoccupati, uno sblocca Sicilia per rilanciare l’economia, la riforma dei liberi consorzi dei comuni e una legge sulla formazione professionale.