Crocetta: “Se il Pd me lo chiede, io mi dimetto”. Cracolici: “Le dimissioni della Borsellino sono più dell’addio di un assessore”

Crocetta: “Se il Pd me lo chiede, io mi dimetto”. Cracolici: “Le dimissioni della Borsellino sono più dell’addio di un assessore”

PALERMO – “Sono disposto ad assumermi tutte le mie responsabilità se il partito me lo chiede. Ma io ho ereditato una Regione con sei miliardi di deficit. Se il partito me lo chiede, mi dimetto”.

Lo ha detto Rosario Crocetta, presidente della Regione, intervenendo alla direzione regionale del Pd.

“Ritengo però irresponsabile andare ora alle elezioni anticipate – ha poi aggiunto – ma non lo dico perché temo di perdere. Siamo noi a dover agire adesso, con il Pd e gli alleati abbiamo la responsabilità di salvare la Sicilia dal default. Ma se siamo delegittimati, se ogni settimana dicono ‘cade il governo’, la nostra azione non può essere efficace”.

Crocetta ha poi continuato “potrei anche essere il celebrante del mio funerale. Quando mi sono candidato, l’ho fatto perché ero convinto di vincere le elezioni. Se domani la situazione sarà diversa, parliamo, discutiamone, non ho problemi”.

Le dimissioni di Borsellino hanno aperto una profonda crisi politica. “È molto di più dell’addio di un assessore, è la fine di un modello di governo portato avanti in questi due anni e mezzo. Bisogna capire se c’è lo spazio per proseguire in altro modo e la soluzione, se c’è, la deve verificare il presidente della Regione che deve innanzitutto dire se condivide con noi la percezione e la realtà della gravità di questa crisi”. Con queste parole ha commentato la situazione attuale il deputato regionale Antonello Cracolici, esponente di peso del Pd siciliano, oggi alle prese con la direzione regionale del partito dedicata alla tenuta del governo Crocetta.

“Dobbiamo provare a ripartire rimettendo ordine nelle cose e nelle fila di un ragionamento che non può che ripartire dai risultati delle elezioni amministrative. Il Pd è un partito che troppo spesso tende a presentarsi in ordine sparso, ad essere vittima di gruppi dirigenti autoreferenziali e vittima di un clima di tensione interna. È un problema profondo del nostro partito del quale dobbiamo prendere atto e che richiede a tutti noi un salto di qualità nei confronti nei modi in cui ci rivolgiamo al corpo elettorale”. Così anche il segretario regionale del Pd Fausto Raciti che ha aperto la sua relazione alla direzione regionale del partito convocata questa mattina all’Hotel delle Palme di Palermo. Una direzione a porte aperte dopo il caos provocato dalle dimissioni, nel giro di una settimana, di tre assessori: l’assessore alla Funzione pubblica Ettore Leotta, l’assessore all’Agricoltura Nino Caleca e ultima, il simbolo del governo Crocetta, l’assessore alla Salute Lucia Borsellino.

Nella sua analisi, Raciti riparte dai risultati delle ultime amministrative “che consegnano tre dati politici sui quali dobbiamo soffermarci”. “Siamo oltre la tattica e le schermaglie, siamo al punto decisivo di questa legislatura: siamo oltre gli ultimatum, a questo punto sta al presidente della Regione capire qual è la strada giusta‎”. 

“Dal giorno dopo il voto abbiamo richiamato tutti alla responsabilità per evitare quella confusione che si è creata fra ruoli istituzionali e ruoli politici – ha aggiunto – quando invece sono ruoli differenti”. ‎Raciti ha indicato alcune priorità sulle quali lavorare: programmazione, rifiuti, acqua, riforma Province. “Ribadiamo la totale fiducia nei confronti dei quattro assessori indicati dal Pd – ha aggiunto – ma questa è una fase delicatissima, dobbiamo affrontare quello che sta accadendo insieme con i nostri alleati”. 

A fine luglio verrà convocata l’assemblea regionale del partito per capire se ci sarà la svolta che si aspettano.