Crocetta contro Zaia: “500 milioni un regalo? Si informi prima di parlare”

PALERMO – Alle pesanti parole del governatore del Veneto, Luca Zaia, che questa mattina aveva dichiarato che “i 500 milioni dati alla Sicilia per tappare il profondo rosso, contro i due miseri milioni dati a noi, senza alcuna garanzia di poterne avere altri, per il tornado che ha devastato la Riviera del Brenta, sono una vergognosa elemosina“, non si è fatta attendere la replica del governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, che in una nota su Facebook ha risposto a tono al collega: “Mi dispiace sinceramente che il governatore Zaia abbia fatto queste dichiarazioni a proposito dei 500 milioni di euro da destinare alla Sicilia per la copertura del Bilancio. Probabilmente il fatto che da parte di qualcuno venga rappresentato quasi come un regalo del governo, può avere indotto in errore il governatore. Quei soldi ci spettano per una sentenza della Corte Costituzionale, sono soldi dei siciliani che ritornano giustamente ai siciliani”. 

“Il mio governo – continua il presidente – non rivendica né elemosine né logiche parassitarie. In due anni e mezzo abbiamo tagliato 3 miliardi di sprechi, facendo prendere alla Regione un passo diverso rispetto al passato. Anche sulla sanità Zaia è disinformato, nel 2013, 2014 e 2015 la sanità siciliana è finalmente entrata, dopo qualche decennio, all’interno degli standard nazionali e come livello di performance è adesso all’8° posto e non al penultimo come prima. Abbiamo tagliato gli sprechi dei farmaci, revocato gare-truffa per centinaia di milioni di euro e potenziato i servizi. E se vogliamo dirla tutta fino in fondo, il governatore Zaia deve sapere che la Sicilia continua a pagare la più alta quota di compartecipazione sanitaria d’Italia, il 49%, mentre le altre regioni pagano il 41%. Il 49% era stato determinato quando la sanità era in perdita, ora che è in utile, perché persiste questa percentuale? È ora di dire basta ad attacchi precostituiti – conclude Crocetta – che non tengono conto dei progressi raggiunti e della pesante situazione che abbiamo ereditato”.