PALERMO – La classifica di gradimento dei presidenti di Regione, uscita ieri, è stata il pretesto perfetto per sparare a zero contro l’attuale governo isolano. In un clima già pesante all’interno del Pd per le ipotesi di rimpasto, e per la missione romana odierna di Crocetta, si sono susseguite le dichiarazioni dei deputati regionali che hanno bersagliato la giunta e gli esponenti della maggioranza.
La polemica corre sul filo dei social network: “Tutto sommato Rosario Crocetta nella guaduatoria dei presidenti di Regione è andato bene: ha evitato l’ultimo posto”, ha twittato il democratico Antonello Cracolici. “Gli ultimi saranno i primi” gli ha risposto, sempre su Twitter, lo scudocrociato Gianpiero D’Alia.
Gli affondi più duri sono arrivati dai deputati della lista Musumeci, che a NewSicilia ha tra l’altro duramente criticato la riforma dei liberi consorzi. “Crocetta dica al parlamento se ritiene di avere ancora la fiducia di una sempre piu’ presunta e sempre meno reale maggioranza”, hanno dichiarato Santi Formica, Gino Ioppolo e lo stesso Musumeci.
Nel mirino dell’Ars, oltre a Nelli Scilabra che porta il peso di due mozioni di censura (una dei pentastellati e una di Forza Italia), è finito anche l’assessore all’Economia Agnello. Secondo i firmatari della mozione l’assessore sarebbe responsabile del fallimento degli accordi in commissione che impedivano la chiusura delle sedi periferiche di Riscossione Sicilia.
La mozione è, in un certo senso, bipartisan. E’ stata firmata da Margherita La Rocca Ruvolo e Orazio Ragusa (Udc), Gino Ioppolo (Lista Musumeci), Concetta Raia e Giovanni Panepinto (Pd), Marco Falcone, Giuseppe Milazzo e Vincenzo Figuccia (FI).
Il presidente Crocetta, assediato su più fronti, ha tenuto la consueta linea di difesa della sua squadra assessoriale e ha lanciato un dardo velenoso nei confronti del Pd, citando il caso di Francantonio Genovese. “Nessuno si può concedere il lusso di dare ultimatum – ha affermato il governatore – e la Scilabra è un assessore che si è opposta al malaffare. Vogliono cacciarla? Perché non hanno cacciato Genovese?”.
A stretto giro di posta (o twitter) ha risposto Antonello Cracolici: “Crocetta da Genovese ha preso i voti e gli ha dato un assessore fino a 5 mesi fa. Adesso fa la morale. Ma mi faccia il piacere!”.
Anche Mirello Crisafulli, chiamato in causa da Crocetta che lo ha definito un “impresentabile” del Pd, ha gettato benzina sul fuoco delle polemiche: “Mi definisce indesiderabile? Se lo dice lui mi sento sollevato. Mi sarei preoccupato del contrario, ma il pericolo è scampato”.
Altre stilettate al governatore siciliano sono arrivate dal coordinatore di Fi Vincenzo Gibilino: “Non stupisce che Crocetta si trovi al penultimo posto per gradimento, il delirante Piano Giovani è solo il fiore all’occhiello di tutti i danni fatti”.
Giovanni La Via, eurodeputato del Ncd, ha attaccato dicendo che “con Crocetta la Regione è diventata un gigantesco pachiderma, assopito nella sua burocrazia inconcludente, abbagliato da promesse mai mantenute, in ginocchio, immobile mentre migliaia di nostri giovani sono in grave difficoltà”.
A questa pioggia di attacchi si aggiungono pure i sindacati. La Cgil e la Uil preannunziano un autunno caldo: “Ancora una volta il governo non ci prospetta nessuna soluzione sulla Formazione professionale, ma un calendario di impegni che finora sono rimasti solo vuoti enunciati. L’impressione è che l’esecutivo sottovaluti la situazione che si è determinata proprio per i continui rinvii e per la mancata azione di governo e che non abbia chiaro che è innescata una bomba sociale”.
Queste le dichiarazioni di Monica Genovese, della segreteria regionale Cgil e Antonia Cascio, della Flc, dopo l’incontro con l’assessore Scilabra in merito alla formazione.