Comunali Palermo, relazioni fra politica e mafia: Tajani accusa il Pd per un candidato e scoppia la polemica

Comunali Palermo, relazioni fra politica e mafia: Tajani accusa il Pd per un candidato e scoppia la polemica

PALERMO – Il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani rispondendo a una domanda che gli è stata posta all’Agorà, a Palermo, ha dichiarato: “In una lista del Pd c’è il figlio di un boss che sta in carcere. Io sono un garantista. Naturalmente, non ha nessuna colpa, ma se si vuole parlare di relazioni, allora, parliamo anche di questo“.

A seguito delle dichiarazioni del coordinatore di FI, il Pd ha replicato: “L’onorevole Tajani deve chiarire immediatamente a quale candidato nelle liste del Pd si riferisce. Sia preciso. Altrimenti deve porgere immediatamente le sue scuse ai candidati del Pd palermitano”, ad affermarlo è Rosario Filoramo, segretario provinciale del Partito democratico.

Vergognoso il tentativo di intorbidire le acque sulle elezioni comunali di Palermo“, ha aggiunto il vicesegretario nazionale dei Dem Peppe Provenzano.

In base a quanto emerso, sembra evidente che Tajani, facendo riferimento al figlio di un boss, parlasse proprio del caporal maggiore Nicola Piraino.

Nella lista ‘Progetto Palermo’ – ha affermato il candidato sindaco del centrosinistra, Franco Micelidella sesta circoscrizione è candidato il caporal maggiore capo Nicola Piraino, militare dalla carriera limpida costellata da encomi, che ha rinnegato suo padre, scelta per la quale ci vuole anche un certo coraggio e che merita la stima di tutti noi, come altri hanno dovuto fare nella storia della nostra Sicilia“.

Il nostro è un comportamento ben diverso da chi apre le porte ai condannati come Dell’Utri e Cuffaro, o da chi mercanteggia voti con i boss di Cosa Nostra“, ha aggiunto Miceli.

La candidatura di chi, in Forza Italia e in appoggio di Lagalla, oggi cerca i voti di Cosa nostra mettendosi a disposizione dei boss è cosa ben diversa. La verità – ha continuato – è che la destra pur di tentare di raccattare voti non guarda in faccia nessuno e che della lotta alla mafia non gli importa assolutamente nulla. È indegno tentare di mettere le due cose sullo stesso piano. Comportamento proprio di chi, con la coscienza sporca e disperato per il crollo di consenso, cerca di confondere gli elettori, che fessi non sono“.

Foto di repertorio