Il Codacons contro Raffaele Cantone: “La Giammanco deve dimettersi”

Il Codacons contro Raffaele Cantone: “La Giammanco deve dimettersi”

PALERMO – Raffaele Cantone sotto attacco del Codacons.

L’associazione dei consumatori punta il dito contro le parole del presidente nazionale dell’Anticorruzione utilizzate nella sua recente visita a Palermo. Cantone avrebbe negato che la dottoressa Giammanco sia da considerare incompatibile con l’incarico assegnatole di responsabile regionale per la trasparenza e la prevenzione della corruzione.

Alcuni membri del Codacons in merito a questi rumors hanno infatti dichiarato: “L’affermazione, se confermata, è veramente incredibile poiché l’ANAC smentirebbe se stessa e l’apposito deliberato della Conferenza Unificata (n.79 del 24 luglio 2013) tra Governo Nazionale, Regioni ed Enti Locali. Insomma il dottor Cantone ha preso una …… cantonata“.

Ad avvalorare questa tesi, sarebbero poi comparsi alcuni documenti prodotti proprio dalle sedi istituzionali. Ricorda ancora l’associazione dei consumatori: “Il responsabile della prevenzione della corruzione non può rivestire il ruolo di responsabile dell’ufficio per i procedimenti disciplinari, versandosi in tale ipotesi in un una situazione di potenziale conflitto di interessi, con la sola eccezione prevista, per gli enti di piccole dimensioni, dall’intesa sancita in sede di Conferenza Unificata il 24 luglio 2013, per l’attuazione dell’art.1, commi 60 e 61 della legge n.190 del 2012. Si auspica, pertanto, che il dottor Cantone riveda la sua posizione e si adoperi affinché venga dichiarato, al più presto, l’evidente conflitto d’interessi del dirigente Giammanco nel rispetto della legge e del principio di legalità. Parimenti il Codacons si aspetta da parte dell’Anac dichiarazioni meno protocollari sul caso del Segretario Generale della Regione dott.ssa Patrizia Monterosso (condannata definitivamente dalla Corte dei Conti a pagare alla Regione 1 milione e 300 mila euro e, in atto, indagata dalla Procura della Repubblica di Palermo per abuso d’ufficio) che, imperturbabile, si trova ancora al suo posto non curante degli effetti devastanti che tale comportamento provoca sull’opinione pubblica“.