Il Cluster Biomediterraneo e la “figuraccia” della Sicilia. Creditori uniti per una valanga di decreti ingiuntivi

Il Cluster Biomediterraneo e la “figuraccia” della Sicilia. Creditori uniti per una valanga di decreti ingiuntivi

PALERMO – Hanno deciso di fare fronte comune contro la Regione dalla quale si sentono presi in giro. Sono i creditori della Sicilia che hanno prestato opere, prodotti e servizi per il Cluster Biomediterraneo durante expo ma non sono stati pagati.

Una figuraccia, quella della Sicilia, finita nei meandri di una burocrazia che adesso cerca soluzioni. Una vicenda finita in procura per una segnalazione del funzionario responsabile unico del cluster ma anche all’anticorruzione su segnalazione politica.

I creditori, alcuni dei quali in forte difficoltà, avevano deciso di soprassedere da una causa civile nella speranza che la situazione di sbloccasse ma adesso, per meglio difendersi, hanno scelto di costituirsi in comitato.

Sono passati sette mesi dalla chiusura dell’EXPO e ancora ad oggi oltre trecento, tra fornitori di merci, servizi e prestazioni, non hanno ricevuto quanto a loro spettante. “È vergognoso – scrivono in una nota – che beghe interne mettano a rischio decine di Aziende solo perché qualcuno, e non si capisce chi e perché, abbia deciso di sfoderare tutte le migliori intelligenze della burocrazia regionale per mettere in discussione diritti che nessuno ha contestato e messo in dubbio”.

“La situazione è paradossale, i lavori, le merci ed i servizi sono stati resi da maggio a ottobre del 2015 ed ancora ad oggi non sono stati pagati. Ecco perché un centinaio di creditori ha deciso di costituirsi in Coordinamento”.

I creditori ripercorrono la storia sin dall’inizio “Come l’Amministrazione Regionale ha affrontato la pratica Expo non può che destare perplessità – sostengono – infatti, anziché concentrare gli sforzi e cercare di dare un significato univoco e in prospettiva di sviluppo, si è preferito scegliere la strada della divisione. Una scelta che potrebbe essere anche utile e interessante ma certamente viziata da un peccato originale dato dalle distribuzione delle risorse economiche a sostegno delle due singole iniziative”.

A distanza di mesi oltre trecento fornitori stanno ancora aspettando il pagamento. Con quali soldi visto che non era stata data alcuna dotazione? Pochi sanno che il Dipartimento Pesca dell’Assessorato dell’Agricoltura dello Sviluppo Rurale e della Pesca del Mediterraneo ha incassato oltre 2,7 milioni di euro dalle attività del Cluster, soldi, questi, regolarmente depositati nelle casse della Regione, a fronte di 2,6 milioni spesi per i sei mesi di gestione! Soldi incassati grazie alla fornitura di merci e della prestazione di operatori che hanno fornito la loro collaborazione.

Ora alcune aziende si sono rivolte alla magistratura, con la conseguenza che la Regione dovrà pagarne le spese e che il dirigente del Dipartimento Pesca, Dario Cartabellotta, a cui sono stati rigettati i decreti di pagamento per ben due volte, ha presentato un esposto alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica e un ricorso alla CGA.

“Ma se ancora non bastasse, follia nella follia, il Dirigente Generale delle Attività Produttive ha pagato tutti coloro che hanno fornito beni e servizi e anzi pare che, non riuscendo a spendere tutti i fondi a disposizione, sia rimasto un avanzo, mentre tutti i creditori del Cluster Biomediterraneo vengono sballottati da un decreto all’altro dopo aver contribuito a rendere straordinario un evento che certamente non era partito nel migliore dei modi, basti pensare che oltre 2,5 milioni di visitatori sono stati al Cluster Biomediterraneo e le attività svolte hanno consentito di ricevere uno straordinario riconoscimento come migliore interpretazione delle biodiversità alimentari e per l’eredità lasciata”.

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