PALERMO – «Vedo in giro tanta ipocrisia. La Regione Siciliana è fondata sul sistema clientelare e sul consociativismo parlamentare».
Parole durissime quelle del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, ed ex presidente della Regione, Nello Musumeci, che da Palermo interviene sul terremoto giudiziario che sta travolgendo la Democrazia cristiana di Totò Cuffaro.
Musumeci richiama una frase storica di Giuseppe Alessi, primo presidente della Regione nel dopoguerra, per descrivere un sistema che – a suo dire – non è mai davvero cambiato: «Il problema è capire se si accetta questo sistema e si diventa complici o se invece ti metti di traverso e allora ti isolano e diventi divisivo, diventi un problema. Questa purtroppo è la tara che si porta dietro la politica siciliana. Non aggiungo altro, per carità di patria».
L’inchiesta su Cuffaro e la bufera sulla Dc siciliana
Le dichiarazioni arrivano all’indomani dell’inchiesta della Procura di Palermo che coinvolge l’ex governatore Totò Cuffaro e il suo partito, la Dc. I pubblici ministeri hanno chiesto per Cuffaro l’arresto con accuse pesanti: associazione a delinquere, corruzione e turbativa.
Un’inchiesta che ha scoperchiato un presunto sistema di gestione del potere, tra concorsi, nomine e rapporti opachi, e che riporta al centro della scena il tema della questione morale in Sicilia.
Schifani revoca le deleghe agli assessori Dc: Albano e Messina fuori dalla giunta
Il terremoto giudiziario ha avuto immediate ricadute politiche a Palazzo d’Orléans. Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha deciso di revocare le deleghe ai due assessori regionali in quota Dc Nuccia Albano e Andrea Messina.
Una scelta che segna di fatto l’uscita della Dc dall’esecutivo regionale, in attesa di capire quali saranno gli sviluppi dell’inchiesta e gli eventuali nuovi equilibri di maggioranza.
Le dimissioni di Cuffaro da segretario nazionale Dc
Travolto dalla bufera, Totò Cuffaro ha annunciato le proprie dimissioni da segretario nazionale della Dc. Un passo indietro che arriva in una fase delicatissima per il partito, al centro di critiche, imbarazzi e prese di distanza anche da parte di alleati e interlocutori istituzionali.



