Ars, giorni di fuoco e tiri incrociati

Ars, giorni di fuoco e tiri incrociati

PALERMO – Da un canto, a Sala d’Ercole, da oggi, giorni di fuoco e tiri incrociati per inserire gli ultimi emendamenti nella proposta della Finanziaria e persino nel Collegato, per essere poi posti nelle votazioni finali previste a loro volta subito dopo il lunedì di pasquetta e comunque entro il 30 aprile; dall’altro non si raffredda il clima, neanche per le vacanze di Pasqua, sulla confluenza o divorzio fra la miriade di partiti e partitini, movimenti e movimentini, escluso il “blocco” dei Grillini, e tutti alla ricerca di aggregazioni e intese comuni di programma sulle candidature a Palazzo d’Orleans.

All’Ars le pressioni non mancano per l’inserimento dei fondi per i Comuni e le ex Province, per l’assistenza ai disabili gravi e gravissimi, per le comunità alloggio, per l’esenzione ticket per gli inoccupati, per la promozione di 500 dirigenti regionali e per i finanziamenti di opere pubbliche, tipo strade e stadi, a livello locale; ma con una forte preoccupazione e cioè l’ammanco di 115 milioni di euro per investimenti. I candidati spuntano, come funghi, ’nsichitanza, senza alcun freno, tanto che già abbiamo perduto il conto delle proposte; in proposito, ieri, sull’intervista all’on. Marco Falcone, erroneamente avevamo riportato la frase: “… poi si spera nell’UDC di Cesa e di Nania” ed invece doveva essere: “… poi si spera nell’UDC di Cesa e nei Centristi di D’Alia”. Ce ne scusiamo con il lettori.

Sul versante di destra si fanno i nomi di Angelo Attaguile della lega di Salvini; Gaetano Armao di Sicilia Nazione; in Forza Italia parecchi come Salvo Pogliese, Stefania Prestigiacomo, Renato Schifani; in Diventerà Bellissima Nello Musumeci; e sicuramente altri ancora.

Sul versante di sinistra, di sicuro l’uscente Crocetta, poi nel PD circolano i nomi di Davide Faraone, Enzo Bianco sindaco di Catania, il presidente del Senato Piero Grasso, l’euro parlamentare Michela Giuffrida e chissà ancora quanti altri nomi circoleranno.

In questi giorni è emerso un altro sicuro candidato, ma fuori dai partiti ed è quello di Francesco Busalacchi, già dirigente alla Regione, sicilianista convinto, che vorrebbe la nostra Regione autonoma e protagonista del proprio destino e che si rivolge agli astensionisti del 2012, ben 2 milioni e trecentomila non votanti sono stati registrati e a quanto pare Busalacchi ce la metterà tutta per convincerne una buona parte a fare una scelta piuttosto responsabile e non condizionata dai Partiti di Roma.

Ma in una simile, e non eguale situazione di emancipazione autonomista, c’è anche la candidatura avanzata da Vittorio Sgarbi, il quale si presenta con un Movimento identitario denominato per l’appunto Rinascimento Siciliano.

Siamo arrivati alle preparazioni di una competizione politica del “Più ne ha, più ne metta”. Dunque, la corsa alle Regionali si presenta come una margherita piuttosto petalosa, visto il numero interminabile di possibili candidati alla poltrona più ambita della Regione siciliana. Ai quattro milioni di siciliani che andranno al voto, il 5 novembre, rimane una scelta da fare: guardare il fiore e strappare i petali ad uno ad uno, non per pronunciare la tipica frase: “Mi ami, non mi ami” come gli innamorati, ma: “u voti o nunn’ho votu!”.

Giuseppe Firrincieli