PALERMO – Se avevi vent’anni nei primi del 2000 e vivevi a Palermo avrai avuto qualche amico che lavorava da “Almaviva“. Per i giovani palermitani fu un’importante occasione di lavoro; furono assunte quasi 2.000 persone, per lo più giovani, universitari, con buone capacità dialettiche e comunicative: era il call center per antonomasia.
Per molti fu anche il primo approccio alle nuove realtà del mercato, dei nuovi contratti, delle nuove teorie sulla flessibilità.
Ma cos’è Almaviva? Almaviva è una società che si occupa di Informatica e di gestione in outsourcing di call center di diverse aziende pubbliche e private.
Agli inizi degli anni 2000 assume un migliaio di persone iscritte alle liste di collocamento da almeno 24 mesi per ottenere le risorse finanziarie dello Stato. Sin da subito si ancora, ad ogni perdita di commessa, alla Cassa integrazione mentre altre attività equipollenti e similari sono svolte da personale interinale supportato da altre tipologie contrattuali atipiche (co.co.co.; co.co.pro.; L.a.p.). Tra il 2005 ed il 2006 acquista ATESIA, del Gruppo TELECOM, già al centro di dure contestazioni per l’uso improprio delle partite IVA.
Per oltre dieci anni Almaviva ha resistito alle varie bufere, ai tagli e ridimensionamenti arrivando ad assumere circa 5.000 lavoratori solo a Palermo.
Il Gruppo Almaviva negli anni ha usufruito di diverse leggi che gli hanno consentito di ridurre i costi del personale, avere agevolazioni nei versamenti contributivi, ridurre l’imposizione fiscale ed altro.
Nel 2000 grazie alla legge 388 ha costituito Cos.med, assumendo migliaia di lavoratori tra Roma, Palermo, Catania e Napoli con agevolazioni realizzate attraverso un credito d’imposta (800.000 lire al mese per ogni lavoratore) per ogni assunzione effettuata in area svantaggiata.
Nel 2006, anche per le lotte sindacali nei call center, viene emanata una norma (sotto l’egida del Ministro Damiano e del Governo Prodi) seguita anche da una circolare ministeriale interpretativa che avviano un processo esteso di stabilizzazione dei lavoratori nel settore. Tale percorso ha provato doverosamente a normalizzare un settore magmatico dando un futuro a molti precari.
Oggi però qualcosa è cambiato. “Almaviva tra Palermo e Catania conta 6 mila addetti. Bisogna trovare subito un percorso condiviso per riportare la vertenza a un tavolo nazionale” è quanto chiesto dal segretario Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso all’indomani dello sciopero che ha visto nel mese di novembre scendere in piazza i lavoratori per chiedere certezze sul proprio futuro.
Lo sciopero fu proclamato da Cgil, Cisl e Uil per contrastare il piano di esuberi annunciato dall’azienda, che darebbe un taglio nella sede di Palermo a circa 2 mila unità su 3.400 operatori in totale tra lavoratori a tempo indeterminato, al 70 per cento in part time, e Lap.
Già da quattro anni tutto il personale vive grazie agli ammortizzatori sociali. I sindacati hanno denunciato la totale assenza del governo regionale dalla vertenza. “Almaviva rappresenta il settore dei servizi del futuro, potrebbe essere il volano dello sviluppo in Sicilia con una politica industriale che contempli l’applicazione della normativa già esistente come il 24 bis e le clausole sui cambi di appalto, oltre ai percorsi di riqualificazione del personale. Una follia, perdere questa opportunità”, ha aggiunto Rosso.
“Condanniamo la scelta unilaterale dell’azienda che danneggia i lavoratori e sta condannando il sito di Palermo a una lenta agonia – aggiunge Massimiliano Fiduccia, Slc Cgil Almaviva -. Il governo regionale continua a essere assente rispetto ad altri governi regionali più attenti del governo Crocetta. In Veneto, Puglia e Calabria i governi si sono dati da fare per risolvere le vertenze rispettivamente di Electrolux, Teleperformance Italia e InfoContact. Da noi tutto tace”.
“È oramai acclarato che Almaviva sia uno dei gruppi industriali più grandi di Palermo – si legge in una nota firmata da Cgil, Cisl, Uil e Ugl – se non la prima azienda in termini di dipendenti della città. Da tempo l’azienda lamenta uno stato di crisi legato oltre che alle complesse condizioni del mercato, soprattutto all’assenza di regole certe che garantiscano l’equilibrio industriale, la legalità, la trasparenza delle gare d’appalto mettendo le aziende sane al riparo dalla piaga del dumping e della delocalizzazione“.
I sindacati hanno più e più volte richiesto un incontro con Crocetta. “Chiediamo un incontro urgente col governatore – dicono -. Bisogna mettere in campo tutte quelle azioni che possano dare certezze ai lavoratori: un concreto piano industriale, formazione volta alla riqualificazione del personale, nuova organizzazione del lavoro, nuova visione del portafoglio clienti e regole certe. Questi sembrano i temi fondamentali da affrontare immediatamente per scongiurare lo spettro costantemente annunciato da Almaviva di circa 2.500 licenziamenti“.
Oggi è previsto un incontro a Roma a Palazzo Chigi, come promesso dal ministro ai Trasporti e Infrastrutture Graziano Delrio, in occasione dell’inaugurazione del Tram a Palermo.
“L’Amministrazione comunale – dichiara il sindaco Orlando – sta continuando a seguire con grande attenzione questa delicatissima vertenza, sulla quale ha richiamato ad un lavoro sinergico tutte le forze sindacali confederali e le istituzioni”.