PALERMO – Emergono altri particolari dall’indagine della task force inviata dal ministro della Salute Lorenzin a Catania per fare luce sulla morte di Nicole Di Pietro.
Secondo quanto rivela l’agenzia Adnkronos ci sarebbe stato “un buco nelle rete dell’emergenza” cittadina. Nel caso di Nicole doveva essere attutato un protocollo che non è stato avviato proprio perché la rete dell’emergenza è carente.
In casi simili, infatti, nelle strutture in cui non c’è una terapia intensiva neonatale, il ginecologo dovrebbe chiamare la rete di emergenza, che invia un pediatra specializzato per stabilizzare il neonato, mentre dalla centrale si individua la più vicina unità di terapia intensiva neonatale.
Questo a Catania non è avvenuto perché, nonostante una apposita delibera regionale, la rete di emergenza neonatale non è stata istituita e attivata. Oltre a questa problematica, si sarebbero evidenziate scelte incomprensibili nella gestione del caso della neonata.
“I provvedimenti fino ad ora assunti non possono non puntare l’accento anche sul comportamento inadeguato di taluni operatori che, alla luce delle prime risultanze emerse nel caso del decesso della piccola Nicole, mi suscitano profonda indignazione e pertanto da me censurati”. A dirlo è l’assessore alla Salute della Regione siciliana, Lucia Borsellino.
“La censura è ancora più forte – aggiunge l’assessore – laddove tali comportamenti incidono, ledendola profondamente, sull’immagine del servizio sanitario della Regione siciliana, vanificando gli sforzi compiuti negli ultimi anni per la sua riqualificazione, nonché l’operato di tanti operatori che quotidianamente si spendono per la cura dei pazienti nel primario rispetto della dignità della persona”.
Inoltre l’assessore alla Salute della Regione siciliana, Lucia Borsellino, ha dato disposizioni alle aziende sanitarie che hanno manifestato indisponibilità di posti letto di Utin nell’ambito del percorso assistenziale della piccola Nicole di valutare “la conformità del comportamento tenuto dal personale delle suddette Unità operative rispetto alle linee guida assessoriali del 2010, che prevedono nei casi di particolare urgenza e necessità in aree critiche, come le Utin, l’accoglienza anche in eccesso del paziente in condizioni critiche”.
Dall’assessore arriva l’invito alle direzioni aziendali ad assumere “i provvedimenti sanzionatori nei casi di accertata violazione delle stesse direttive assessoriali”. Analoga disposizione è stata indirizzata all’azienda Cannizzaro, sede della Centrale operativa coinvolta nell’evento per l’adozione dei provvedimenti sanzionatori consequenziali alla “non idonea comunicazione intercorsa tra l’operatore della centrale operativa e le aziende interessate”.
La mamma di Nicole si è sentita male mentre era in casa ed è stata ricoverata. La Procura di Catania, intanto, ha firmato il nulla osta per la restituzione del corpo della piccola ai familiari, ma la salma questa notte resterà nell’obitorio dell’ospedale di Ragusa dove è stata effettuata l’autopsia.
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