Presentato “Cuffaro tutta un’altra storia – La verità sul processo al presidente dei siciliani”

Presentato “Cuffaro tutta un’altra storia – La verità sul processo al presidente dei siciliani”

ROMA – «A un certo punto sembra che qualcuno farfugli qualcosa. È difficile capire che cosa, ma, per la Procura di Palermo e il perito Roberto Genovese, quel qualcuno che parla sarà la moglie di Guttadauro, la signora Gisella Greco. È la signora, allora, che nel momento in cui il marito fa capire di aver scoperto la microspia, secondo quello che il perito Genovese dirà di aver sentito, avrebbe pronunciato la frase: “ragiuni…veru ragiuni avia Totò Cuffaro”. In quel momento, a qualche chilometro di distanza, al comando dei Ros a Monreale, il maresciallo Salvatore Ciffo è addetto all’ascolto delle registrazioni di casa Guttadauro. È da ore incollato al tavolo, con la cuffia in testa, quando sente che dentro casa di Guttadauro “sta avvenendo qualcosa”. Appena sente qualcosa di strano, come i “rumori metallici” in sottofondo, prende il telefono e chiama il suo collega, il maresciallo Giorgio Riolo, che in quel momento si trova in vacanza. Riolo è la persona giusta, perché è colui che le microspie, dentro casa di Guttadauro, è andato a metterle il 15 agosto del 2000. Sa dove sono e può capire se Guttadauro veramente sia riuscito a scoprirle o meno. “Giorgio vieni che forse hanno trovato qualcosa” gli dirà il collega Ciffo. Riolo, a quel punto, si precipiterà al comando di Monreale per capire veramente che cosa stia succedendo. Quando sarà ascoltato dai P.M., Riolo dirà di aver sentito una frase del tipo “aveva ragione Totò” […] Come vedremo più avanti, a distanza di anni, Riolo darà tutta un’altra versione … ».

Questa un’anteprima – tratta dal paragrafo “15 giugno 2001: Guttadauro trova la microspia. Come gli aveva detto il cognato?”, del secondo capitolo “Processo al presidente”  del libro “Cuffaro tutta un’altra storia – La verità sul processo al presidente dei siciliani”, presentato proprio oggi alla Sala Stampa della Camera dei Deputati.

copertina

Il testo illustra la vicenda giudiziaria dell’ex governatore, a firma del giornalista romano Simone Nastasi e sarà disponibile a partire da domani in tutte le librerie e nelle librerie Mondadori d’Italia per Bonfirraro editore.

L’autore pone interrogativi e analizza la questione cercando di chiarire i passaggi meno chiari e meno raccontati dell’intero processo contro Cuffaro, concluso con sentenza della Cassazione.

Nel testo viene anche riportata alla memoria del lettore la condanna a sette anni di reclusione, per rivelazione di segreto istruttorio con l’aggravante di favoreggiamento mafioso, “accusa che Cuffaro ancora oggi continua a non voler accettare, perché ripete ‘la mafia fa schifo e la mafia, l’ho sempre combattuta’ come precisa lo stesso autore.

Da sin. l'editore Salvo Bonfirraro, l'onorevole Renato Brunetta e l'autore Simone Nastasi

Da sin. l’editore Salvo Bonfirraro, l’onorevole Renato Brunetta e l’autore Simone Nastasi

Un mix di interrogativi, testimonianze, interviste che contribuisce a rendere il volume una riflessione attenta su temi di primissima attualità e che interessano il lettore in quanto libero cittadino.

“Mi auguro che questo libro – dice l’autore – aiuti il lettore a farsi la propria opinione su una vicenda complessa quale è stata il processo all’ex governatore Cuffaro. Ho scelto come fonti principali gli atti processuali proprio per mantenere una certa obiettività nella narrazione dei fatti. La parola adesso spetti pure al lettore”.

“È un libro che avrei voluto pubblicare sin dal giorno della carcerazione di Totò Cuffaro – dichiara l’editore Salvo Bonfirraroe quindi cinque anni fa, ma capisco che i tempi allora non fossero maturi. Il saggio ha percorso una lunga gestazione, della durata di almeno due anni, subendo molti cambiamenti di rotta, e ha visto la luce soltanto grazie alla sete di conoscenza e d’informazione che ha sempre caratterizzato le nostre pubblicazioni. Adesso tutti i lettori, scevri da pregiudizi, potranno accedere alla verità che nessuno ci ha mai raccontato”.