A Palermo documenti e cimeli del grande esodo italiano verso le Americhe

A Palermo documenti e cimeli del grande esodo italiano verso le Americhe

PALERMO – Fino al 16 maggio, nella Sala Gialla del Teatro Politeama di Palermo, è possibile visitare la mostra “Partono i bastimenti” che racconta il fenomeno dell’emigrazione italiana nelle Americhe a cavallo tra ‘800 e ‘900 e che gli studiosi hanno definito il più rilevante movimento migratorio della storia del mondo.

Promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo e curata dal prof. Francesco Nicotra, direttore dei Progetti Speciali NIAF (National Italian American Foundation), la mostra raccoglie foto, documenti, reperti e suppellettili originali che danno un quadro dettagliato delle dimensioni dell’esodo italiano, delle condizioni di viaggio, dei mestieri ed espedienti di chi è andato oltreoceano a fondare comunità che con alterne fortune sono diventate parte integrante della società e della storia del continente americano. Partendo dai soldati dello sconfitto esercito borbonico che si trovarono ad arruolarsi tra le fila dei secessionisti durante la guerra civile americana, passando per l’era dei transatlantici che solo tra il 1901 e il 1915 trasportarono quasi 9 milioni di italiani disperati tra interminabili traversate, terribili condizioni igienico-sanitarie e naufragi, la mostra giunge fino all’affermarsi di importanti personalità di origine italiana nella politica, nello sport, nel cinema e al riconoscimento del contributo delle comunità italiane emigrate ai fatti salienti della storia americana fino al sacrificio di tanti poliziotti e vigili del fuoco che prestarono soccorso dopo l’attentato alle Twin Towers di New York nel 2001.

Quello che risulta è anche un inevitabile parallelo tra l’Italia prima della grande guerra, un paese povero, ed una terra – purtroppo solo immaginata ricca – meta degli attuali flussi migratori dall’Africa e dal vicino Oriente.

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Ricca la sezione dedicata agli spartiti e ai testi delle canzoni nostalgiche o dedicate ai naufragi. Tra gli altri elementi di spicco, una riproduzione del transatlantico “Giulio Cesare” che negli anni ’20 del secolo scorso portò in Argentina la famiglia del futuro Papa Francesco. La mostra, con ingresso gratuito e visitabile dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 16.30 alle 18.30, ha avuto un grande successo, con visitatori che, andati anche per cercare riferimenti diretti alla propria storia o a quella di familiari emigrati, sono tornati portando a loro volta documenti e testimonianze e dimostrando quanto sia sentito ancora il fenomeno che in tutto ha interessato circa 25 milioni di italiani oltre ai familiari lasciati in patria, tanto che si sta valutando una proroga della mostra fino al 24 maggio.

Davide Bologna