Dopo 40 anni, ripubblicato da Flaccovio il libro “Guida ai piaceri e ai misteri di Palermo”

Dopo 40 anni, ripubblicato da Flaccovio il libro “Guida ai piaceri e ai misteri di Palermo”

PALERMO –  Il peccato originale si chiama “sindrome panormita”.

Così l’ha battezzata Pietro Zullino, giornalista di Epoca, nella sua “Guida ai piaceri e ai misteri di Palermo” che dopo oltre 40 anni viene ripubblicata da Dario Flaccovio.

Nel 1973 il libro suscitò non solo interesse ma anche discussioni per l’analisi originale e lo sguardo acuminato e profetico sulla Palermo del tempo e sul carattere dei palermitani.

“Megalomania e nostalgia infinita – sosteneva Zullino – permeano l’inconscio collettivo e proiettano la città solo verso il futuro. Ed ecco spiegati l’incuria per il passato mediocre e l’indifferenza verso il presente”.

L’incuria per il passato era rintracciabile nel modo in cui sono stati gestiti il patrimonio artistico e le testimonianze storiche della città. L’indifferenza che a quel tempo colpiva Zullino era riferibile invece ai mali del presente: dalla giustizia incapace di scrivere verità al sacco di Palermo, dalla corruttela amministrativa alla mafia. L’intuizione di Zullino apriva ampi squarci nello scenario di una Palermo prigioniera di tanti misfatti e di tanti misteri: dal caso di Salvatore Giuliano all’uccisione in carcere di Gaspare Pisciotta fino alla scomparsa del giornalista Mauro De Mauro.

Gialli nei quali si perdeva il filo che portava alla verità. Ma, almeno nel caso De Mauro che si intrecciava con la morte di Enrico Mattei presidente dell’Eni, Zullino ci arrivò molto vicino mettendo insieme protagonisti innominabili e scenari di un potere corrotto e ricattato. Per evitare guai giudiziari dovette ricorrere al camuffamento dei nomi. Ma non bastò: le sue intuizioni erano così precise da presupporre il contributo di fonti “riservate”.

Per questo fu chiamato a darne conto nel processo per la scomparsa del giornalista concluso con l’assoluzione di Totò Riina quale mandante e con l’incriminazione di Zullino per dichiarazioni reticenti e contraddittorie. Quale che fosse la vera “ispirazione” resta il fatto che 40 anni fa Zullino, morto nel 2012, mise in scena una rappresentazione del potere di Palermo che ha molte affinità con il presente e ne anticipava gli sviluppi.