PETRALIA SOPRANA – La gita della domenica alla scoperta dei tesori della Sicilia prosegue verso i borghi più belli dell’Isola. Questa settimana la redazione NewSicilia.it fa tappa a Petralia Soprana, il più alto borgo medievale all’interno del Parco delle Madonie, in provincia di Palermo.
Storia e curiosità del borgo
Il piccolo comune, che conta poco più di 3mila abitanti, è stato proclamato Borgo più Bello d’Italia nel 2018. Per questo motivo la redazione non poteva che fare tappa qua, nel tentativo di riuscire a raccontare un territorio impregnato di storia.
In età antica dopo la guerra punica, passò dal dominio greco a quello romano ancora conosciuta col nome di Petra, la cittadina pare basasse la propria economia sulla coltivazione del grano, ancora molto forte. Affacciandosi dalla cittadina è possibile ammirare una distesa di campi dorati.
A partire dalla dominazione Normanna e con la conquista da parte del conte Ruggero di Altavilla, il borgo venne trasformato in una fortezza con torri, castelli e bastioni, architettura in parte visibile ancora oggi.
È interessante notare che lo stemma della città rappresenti due elementi fondamentali del borgo: da un lato un castello e dall’altro un cardo delle Madonie sradicato.
Il bello di fare una sosta in questo luogo è la possibilità di scegliere tra un percorso storico e culturale tra le vie del paese oppure naturalistico e più avventuroso, immersi nel verde del Parco delle Madonie.
Cosa vedere a Petralia Soprana
Il giro del borgo ruota attorno ai tre belvedere più importati: quello del Carmine, quello del Duomo e quello di Loreto. Le tre “terrazze” permettono di osservare un panorama che va dalla vallata del fiume Imera a Enna, per poi indirizzare lo sguardo verso Gangi fino a quando gli occhi si posano sull’imponente bellezza dell’Etna.
Ogni piazza è circondata da chiese e palazzi storici e così, passando da piazza del Popolo, si ammira l’edificio dedicato al municipio un tempo Convento dei Carmelitani. Proseguendo la passeggiata verso la piazza principale, giunti al Duomo ci si trova davanti la chiesa Madre dedicata a Pietro e Paolo che si destreggia tra un campanile di epoca normanna (con finestra in stile arabo) e un campanile settecentesco.
La chiesa del Santissimo Salvatore presenta una caratteristica unica in tutto il territorio delle Madonie; con una pianta a forma ellittica marca una netta differenza con le tipiche costruzioni cristiane. Si presuppone che sia una vecchia moschea (da qui la forma) poi trasformata in chiesta cristiana in epoca normanna. Al suo interno conserva dipinti e sculture come quella di San Giuseppe scolpita da Filippo Quattrocchi.
Con una breve passeggiata si arriva al convento dei Frati Minori Riformati, eretto con l’annessa chiesa nel 1611 per volontà di alcune nobildonne. Qui trascorse i primi anni del noviziato Frate Umile da Petralia. Il magnifico prospetto della chiesa con i suoi ornamenti e bassorilievi con motivi floreali, richiama lo stile ultra barocco spagnolo, detto churrigueresco dall’architetto Josè Benito de Churriguera.
Una camminata in mezzo al verde conduce verso la chiesa di Santa Maria di Loreto, la più alta delle tre terrazze. La chiesa è stata costruita su un’antica fortezza di origine saracena, la facciata realizzata in stile barocco è arricchita da due campanili.
In passato era possibile accedere al borgo attraverso ben sei ingressi, ma oggi di questi ne è rimasto solo uno, in stile normanno: porta Seri.
Dicono di Petralia Soprana
Petralia Soprana nel 2018 è stato nominato Borgo più bello d’Italia. “Questo è stato un aspetto che ha reso orgogliosi gli abitanti di Petralia e senza dubbio ha aumentato l’afflusso turistico – racconta Donatella, legata al borgo col cuore e con la memoria -. Il turismo è stato gestito e assimilato in modo molto intelligente, non c’è stata alcuna speculazione e questo ha permesso di conservare Petralia nella sua antica bellezza“.
“C’è uno scorcio del paese che rimarrà sempre impresso nella mia memoria, in tutti i suoi dettagli fatti di luci e colori unici. Nei pomeriggi di dicembre, proseguendo tra i vicoli medievali verso la chiesa di San Salvatore, ad un certo punto alla vista spunta un panorama colorato e malinconico, tipico della natura madonita invernale“, una fotografia color seppia che Donatella conserva nel cuore, pieno dei ricordi della sua infanzia legati al nonno e al resto della sua famiglia.
Il tour della domenica si conclude con lo sguardo immerso nelle Madonie, in attesa della prossima tappa in compagnia di NewSicilia.it.