PALERMO – Arrivavano in ospedale con volti sfregiati, gambe e braccia rotte raccontando di essere stati vittima di orribili incidenti, ma la verità è un’altra: mettevano in scena incidenti a regola d’arte, dove si procuravano lesioni volontarie per intascare i soldi dalle compagnie assicurative.
Secondo la Procura la banda sarebbe riuscita a racimolare da ogni finto incidente 20-30 mila euro. Il gup, Salvatore Anfuso ha condannato, con rito abbreviato, 4 presunti componenti della banda: Salvatore Candura, conosciuto alla legge in quanto ex collaboratore di giustizia che ha reso false dichiarazioni sulla strage di Via D’Amelio, che sarebbe la mente della banda, Pietro Carollo, Maurizio Furitano e Davide Scafidi.
I primi tre sono stati condannati a 5 anni, mentre Scafidi a 2 anni di reclusione perché assolto dall’accusa di aver fatto parte dell’associazione a delinquere. In più due compagnie assicurative verranno risarcite dei danni subiti: la “Unipolsai” e la “Groupama”.
Gli altri indagati sono stati condannati con rito ordinario, tra loro anche una donna, Anna Campagna, che incinta di due mesi si sarebbe sfregiata il volto con dei cocci di bottiglia per simulare ferite gravi. Da una intercettazione sarebbe venuto fuori il tentativo, da parte della banda, di coinvolgere la figlia 13enne della donna per estorcere più denaro alle assicurazioni.