PALERMO – “Il nostro paese non ha alcuna colpa e non ha mai smesso di provare a riportare a casa Giancarlo. Obama ci ha chiesto pubblicamente scusa per quel folle bombardamento coi droni. Ci avevano promesso che avremmo saputo la verità. E invece niente”.
A parlare è Giusi Felice, madre di Giovanni “Giancarlo” Lo Porto, il cooperante italiano ucciso al confine tra Afghanistan e Pakistan che ha già annunciato che farà causa agli Stati Uniti per la morte del figlio.
Giovanni è stato rapito il 19 gennaio 2012 in Pakistan, dove lavorava per la ong tedesca Wel Hunger Hilfe, e poi è rimasto vittima in un raid antiterrorismo condotto dagli Usa.
L’iniziativa legale sarà illustrata martedì prossimo in una conferenza stampa alla Camera dagli avvocati Giorgio Perroni e Andrea Saccucci.
Di Lo Porto, lo ricordiamo, non si avevano notizie dal 2012. È stato ucciso durante un raid statunitense contro Al Qaeda e proprio a provocarne la morte è stato un drone, secondo quanto ha affermato la Casa Bianca. Insieme con lui sono morti anche un ostaggio americano e altri due americani membri di Al Qaeda.
L’anno scorso Obama, ha parlato di “dolore inimmaginabile” e commentando le operazioni antiterrorismo ha affermato che l’obbiettivo ultimo è quello di salvare vite umane, ammettendo però che a volte si commettono errori enormi. Poi ha rassicurato la famiglia che avrebbero lavorato per sapere la verità… ma di essa ad oggi neanche l’ombra…