Vittime di mafia, oggi l’anniversario dell’uccisione di Costa, Cassarà e Antiochia: morti nel nome della legalità

Vittime di mafia, oggi l’anniversario dell’uccisione di Costa, Cassarà e Antiochia: morti nel nome della legalità

PALERMO – “Si ricorda oggi il sacrificio del procuratore Gaetano Costa e degli agenti di Polizia di Stato Ninni Cassarà e Roberto Antiochia. Costa aveva intuito che la mafia si era infiltrata anche all’interno delle istituzioni e lottava per rendere Palermo una città libera. Cassarà e Antiochia sono stati fedeli servitori dello Stato, lavorando anche in un clima ostile. Il loro sacrificio sia da sprone per rinnovare il quotidiano impegno di tutti contro la criminalità organizzata”.

Sono le parole di Nello Musumeci, presidente della Regione Siciliana, che ricorda tre personaggi fondamentali per la storia dell’Isola, vittima della mafia. Gaetano Costa venne ucciso il 6 agosto 1980: passeggiando da solo e a piedi a due passi da casa sua, fu freddato da 6 colpi di pistola P38 sparatigli alle spalle da due killer.

Ninni Cassarà fu uno stretto collaboratore di Giovanni Falcone e del cosiddetto “pool antimafia” della Procura di Palermo. Le sue indagini contribuirono all’istruzione del già citato maxi-processo alle cosche mafiose. Era sposato e padre di tre figli. Fu ucciso dalla mafia nel 1985, all’età di 38 anni.

Il 6 agosto 1985, rientrando dalla questura nella sua abitazione di via Croce Rossa, a Palermo a bordo di un’Alfetta e scortato da due agenti, scese dall’auto per raggiungere il portone della sua abitazione quando un gruppo di nove uomini armati di fucile AK-47, appostati sulle finestre e sui piani dell’edificio in costruzione di fronte alla sua palazzina, sparò sull’Alfetta.

L’agente Roberto Antiochia, che era uscito dall’auto per aprire lo sportello a Cassarà, venne violentemente colpito dagli spari e cadde a terra davanti al portone di ingresso dello stabile.