PALERMO – Un violento incendio è scoppiato nei laboratori del Centro Nazionale delle Ricerche, situato in via Ugo La Malfa a Palermo.
Sono state dispiegate numerose squadre di vigili del fuoco per estinguere le fiamme che sono state innescate da batterie al litio.
Attualmente, l’entità dei danni causati dall’incendio non è ancora stata determinata. Oltre alle squadre dei vigili del fuoco, sul luogo dell’evento sono intervenuti anche i soccorritori del servizio medico d‘urgenza 118 e le Forze dell‘Ordine.
Il capoluogo siciliano e le sue bellezze naturalistiche continuano a essere vittime degli incendi. Brucia anche Monte Pellegrino.
Il rogo è divampato prima di Ferragosto e ancora i canadair erano in azione giorni dopo per spegnere le ultime fiamme. Decine di ettari sono andati in fumo. Castello Utveggio, fortunatamente, non è stato raggiunto dal fuoco: lambita solo la struttura.
Il Codacons si è attivato depositando nelle nove Procure siciliane un esposto, per far luce sui responsabili dei roghi.
“Come sappiamo – continua il Codacons – le condizioni meteo avverse, caratterizzate da temperature elevate e venti secchi, hanno fornito il terreno ideale per la propagazione degli incendi. Tuttavia, pare che gran parte degli incendi siano di origine dolosa“.
L’avvocato Bruno Messina, Vice Presidente Regionale Codacons e membro del C.R.P.P.N. (Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale della Regione Siciliana) parla dell’impatto sull’ambiente e sulle biodiversità. Le fiamme hanno devastato vaste aree di macchia mediterranea, causando la perdita di habitat preziosi per numerose specie animali e vegetali.
Peraltro, gli incendi avranno effetti a lungo termine sulla biodiversità dell’isola, alterando gli equilibri ecologici e minacciando la sopravvivenza di specie uniche.
“È fondamentale la prevenzione, così come – continua Bruno Messina – adottare una serie di strategie e risorse, che possono variare a seconda della zona e delle circostanze specifiche, per combattere il propagarsi delle fiamme“.
In particolare occorre “sorveglianza e rilevamento precoce. Vanno utilizzate reti di torri di osservazione, torri di monitoraggio e tecnologie di rilevamento satellitare per individuare rapidamente i focolai di incendio. Questo permette di avviare tempestivamente le operazioni di spegnimento“.
Inoltre, “sono essenziali le squadre di soccorso. Gli incendi possono richiedere risorse significative per essere combattuti efficacemente. Sono impiegate squadre di pompieri, personale di protezione civile e volontari specializzati nell’estinzione degli incendi boschivi. Ancora, vanno impiegati aerei e elicotteri“.
“E oltre all’acqua, vengono utilizzati schiumogeni, gel ritardanti e prodotti chimici ignifughi per aiutare a controllare e spegnere gli incendi. Questi prodotti possono ritardare la propagazione delle fiamme e facilitare il lavoro delle squadre di soccorso“, prosegue.
“Occorre – continua l’avvocato Bruno Messina – aggiornare il catasto incendi e effettuare un coordinamento tra i diversi attori coinvolti (Protezione civile, vigili del fuoco, agenti della Forestale, etc.) e una pianificazione di emergenza“.
“Ogni anno vengono fatti i medesimi appelli e messe in atto delle strategie per evitare i roghi ma tutti gli anni si assiste, quasi inerti, agli incendi, come in questa caldissima estate siciliana. Evidentemente, occorre fare molto di più“, conclude.
Fonte foto: Pixabay
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