Uil Polizia Palermo: “Premiazione per merito è un freno per la carriera”

Uil Polizia Palermo: “Premiazione per merito è un freno per la carriera”

PALERMO – “Sovrintendenti della Polizia di Stato che hanno concretamente contribuito alla cattura di pericolosi latitanti di mafia, come altri che hanno messo a rischio la propria vita salvando persone in grave pericolo. Premiati per legge, ma senza alcuna realizzazione del provvedimento che si è anzi trasformato in una sorta di freno per la carriera e la formazione professionale”.

Lo ha detto Claudio Tripoli, segretario provinciale Uil Polizia Palermo, che dà voce ai colleghi afflitti da una ormai annosa complicatissima vicenda giuridica da fare invidia ai più incomprensibili paradossi kafkiani.

Le dichiarazioni di Uil Polizia Palermo

Tutto nasce a seguito della promozione a Vice Sovrintendente per meriti straordinari, ossia, come cita la legge, per servizi “di particolare importanza, dando prova di eccezionale capacità” o per grave pericolo “di vita per tutelare la sicurezza e l’incolumità pubblica”. Tale promozione non è mai arrivata a causa di uno scavalcamento conseguente a un decennale ritardo ministeriale che ha consentito a tutti i partecipanti agli attesi concorsi, di potere indistintamente conseguire il ruolo.

Di mezzo vi è un diverso calcolo della retroattività del provvedimento del merito riconosciuto e di quello del concorso ordinario. In pratica chi più anziano e “premiato”, si è visto scavalcare da giovani colleghi con inevitabile minore attività di servizio. Nessun premio alla carriera, dunque, per chi ha fattivamente contribuito all’arresto di pericolosi latitanti di mafia.

Secondo la Uil Polizia Palermo, non si tratta di una interpretazione opinabile, visto che una sentenza della Corte Costituzionale ha rilevato come “illegittimo lo scavalcamento” in quanto contrario all’articolo 3 della Costituzione.

“Vogliamo parteggiare”

“Vogliamo parteggiare per una questione di giusto diritto – ha spiegato Claudio Tripoli – non riconosciuto per via di una serie di atti messi in campo dall’Amministrazione che è arrivata ad appellarsi finanche a un semplice parere del Consiglio di Stato, che non ha valore di sentenza. Tra i colleghi “premiati” c’è pure chi nel frattempo ha raggiunto il pensionamento”.

 La Uil Polizia, nel sottolineare l’importanza del lavoro svolto dagli studi legali di Palermo e di altre città d’Italia che stanno seguendo la kafkiana vicenda, chiede al Governo nazionale di fare finalmente chiarezza sulla vicenda, emanando urgentemente un provvedimento che premi veramente e non solo a parole, chi ha messo a rischio la propria incolumità nell’adempimento del dovere.