PALERMO – È stato condannato a 18 anni di carcere Michele Mulè, il 29enne accusato dell’omicidio di Benedetto Ferrara, avvenuto in piazza Duomo, a Camporeale (Palermo), la sera del 16 ottobre 2020.
A stabilire la pena che il giovane dovrà scontare è stata la Corte d’assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta. Nonostante la Procura avesse chiesto l’ergastolo, i giudici della Corte hanno concesso la riduzione prevista per il rito abbreviato, poiché hanno escluso l’aggravante dei motivi futili e della premeditazione.
Mulè è difeso dagli avvocati Raffaele Bonsignore e Francesco Foraci. Alla famiglia della vittima che si è costituita parte civile i giudici hanno riconosciuto una provvisionale di 300mila euro.
Perché si parla di omicidio per gelosia?
In base a quanto emerso, il 26enne Benedetto Ferrara sarebbe stato ucciso per motivi di gelosia da parte dell’assassino nei confronti di una ragazza che era stata fidanzata con la vittima.
Sembra che qualche settimana prima dell’omicidio, la giovane avesse ricominciato a frequentare Mulè, con il quale aveva avuto una relazione durata due anni. La fidanzata avrebbe dichiarato che Ferrara non riusciva a rassegnarsi alla fine della loro storia e che addirittura aveva cominciato a seguirla privandola della sua libertà.
Dopo aver ucciso Ferrara con tre colpi, Mulè si sarebbe rivolto ai carabinieri a cui, peraltro, avrebbe consegnato il revolver utilizzato per il delitto. Sembra che quella sera Ferrara non avrebbe fatto nulla per provocare il suo futuro assassino.
L’ipotesi della premeditazione sarebbe sorta spontanea dopo aver saputo che Mulè si sarebbe procurato l’arma due mesi prima dell’omicidio. Secondo la la difesa però si sarebbe trattato di “un concitato gesto“, commesso “verosimilmente per un’improvvisa e balorda crisi di gelosia“.
In foto la vittima