PALERMO – Dai nuovi farmaci biologici a bersaglio molecolare arrivano nuove speranze per la cura del tumore del colon-retto. Il tema sarà affrontato nel convegno “Applicabilità clinica delle nuove terapie target nel carcinoma colorettale metastatico” che si terrà a Palermo, domani a Villa Niscemi e il giorno successivo alle Officine Baronali. La prima giornata sarà dedicata alla lettura inaugurale di Pietro Longo su “Palermo Capitale al tempo di Federico II”, prevista alle 19,45, un omaggio storico alla città quando scienze e arti primeggiavano. Sabato 6 dicembre, dalle 8,30 alle 18,30, si svolgerà, invece, la giornata di studi vera e propria, con interventi dei massimi studiosi in questo campo.
Il direttore scientifico dell’evento formativo è il professore Antonio Russo, responsabile dell’Unità Operativa di Oncologia Medica ed ad interim di Ematologia e Trapianti di midollo osseo del Policlinico Universitario “Paolo Giaccone” di Palermo.
Professore qual è l’obiettivo del convegno?
“E’ quello di elaborare degli indirizzi di utilizzo dei farmaci innovativi per migliorarne l’efficacia e ottimizzare l’impiego delle risorse economiche. Rappresenta un’occasione per mettere insieme diverse sinergie, infatti, si svolge in collaborazione con l’Università degli Studi di Palermo, con il patrocinio di società scientifiche come Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), Cipomo (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri), Goim (Gruppo Oncologico dell’Italia Meridionale), Comu (Collegio degli Oncologi Medici Universitari) e Cinbo (Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Bio-oncologia). Coordinatori scientifici sono i Dott.ri Giuseppe Bronte e Sergio Rizzo“.
La locandina ha un significato preciso?
“Sì. Abbiamo scelto un’immagine che raffigura i due arcieri di un mosaico del Castello della Zisa, in modo da rappresentare la capacità che oggi abbiamo di utilizzare terapie sempre più mirate: i farmaci biologici a bersaglio molecolare sono come le frecce degli arcieri, appunto“.
In cosa consiste l’elemento innovativo di queste terapie?
“I farmaci recentemente sviluppati oltre a fornire delle opzioni terapeutiche che si aggiungono a quelle già presenti, consentono anche di trattare quei pazienti per i quali non erano disponibili prima altri trattamenti. L’utilizzo di essi ha consentito di prolungare la sopravvivenza dei pazienti. Se prima essa era in media, in ipotesi di carcinoma colorettale avanzato, intorno ai 6 mesi, oggi si possono raggiungere i 3 anni di sopravvivenza media. Inoltre, è stato possibile migliorare anche la qualità della vita grazie alla migliore gestione degli effetti collaterali dei trattamenti oncologici specifici”.
“Al vostro centro quali le cifre dell’utenza trattata?
“Da noi vengono curati circa 400 pazienti con carcinoma colorettale ogni anno. In tutta Palermo si potrebbe arrivare a più di 2000 casi ogni anno”.
Prospettive per questi pazienti?
“In molti casi il carcinoma colorettale viene diagnosticato quando è operabile in modo da lasciare poche conseguenze sulla qualità della vita. Quando viene diagnosticato in fase avanzata con estensione locale negli organi vicini e in organi distanti come il fegato e i polmoni, la malattia necessita dell’integrazione e della collaborazione di vari specialisti (chirurgo, radioterapista, oncologo)”.
Cosa possiamo dire agli utenti in particolare sul versante della prevenzione?
“La prevenzione secondaria, cioè la diagnosi precoce, può essere fatta attraverso indagini di screening che sono rappresentate dalla ricerca di sangue occulto nelle feci sopra i 50 anni nella popolazione generale e la colonscopia anche in età più giovane in casi selezionati ad alto rischio”.
Quali i fattori di rischio legati allo stile di vita?
“Un’alimentazione ricca di grassi e povera in fibre è il principale responsabile dell’insorgenza del carcinoma colorettale. Oggi si conoscono anche delle mutazioni del DNA che predispongono allo sviluppo di cancro del colon in alcuni casi, ma la capacità che abbiamo di utilizzare terapie sempre più mirate ci consente di dare nuove speranze”.
Vale la pena ricordare che nei Paesi occidentali il cancro del colon-retto rappresenta il secondo tumore maligno per incidenza e mortalità, dopo quello della mammella nella donna e il terzo dopo quello del polmone e della prostata nell’uomo.
La malattia, abbastanza rara prima dei 40 anni, è sempre più frequente a partire dai 60 anni, raggiunge il picco massimo verso gli 80 anni e colpisce in egual misura uomini e donne. In Italia, si stima che questo tumore colpisca circa 40.000 donne e 70.000 uomini ogni anno. L’incidenza è in aumento nella popolazione femminile per via delle abitudini di vita sempre più uniformi tra i due sessi.
Negli ultimi anni si è assistito a un aumento del numero di tumori, ma anche a una diminuzione della mortalità, attribuibile soprattutto a un’informazione più adeguata, alla diagnosi precoce e ai miglioramenti nel campo della terapia.
Maria Grazia Elfio