PALERMO – Riccardo Savona, deputato regionale di Forza Italia e presidente della Commissione Bilancio all’Ars, è stato rinviato a giudizio dal Giudice per l’udienza preliminare di Palermo per una presunta truffa sui corsi di formazione professionale che riguarda fondi per 900mila euro.
Il processo riguarda il politico, sua moglie Maria Cristina Bertazzo, sua figlia Simona Savona e i rappresentanti degli enti di formazione “Rises” e “Palermo 2000” Michele Cimino, Nicola Ingrassia e Sergio Piscitello.
Il processo avrà inizio il 4 ottobre di questo anno mentre il procedimento dell’anno scorso venne azzerato perché migliaia di pagine di atti d’indagine non vennero depositati e la difesa non riuscì a prenderne visione.
I deputati del M5S all’Ars affermano: “Ora Savona deve fare passo indietro. La Sicilia non può permettersi di continuare ad affidare la commissione Bilancio ad un imputato di accuse molto gravi come quelle che pendono sulla testa del deputato di Forza Italia, specie alla vigilia dell‘approvazione dell‘ultima legge di stabilità di questa sciagurata legislatura“.
“Sappiamo bene – continuano i deputati – che tutti devono essere considerati innocenti fino a sentenza definitiva, è anche vero pero che non si può sempre e comunque aspettare il terzo grado di giudizio, specie quando si è colpiti da capi d’accusa molto gravi e si occupano posti di grandissima responsabilità“.
“Se vuole, Savona continui a fare il deputato, ma lasci la presidenza della commissione. E l‘Ars faccia sentire la sua voce su fatti concreti come questo e non solo in sterili dibattiti sulla questione morale, ricchi di belle parole ma poveri, poverissimi di fatti” concludono.
Fonte foto Giornale di Sicilia