MONREALE – Un semplice apprezzamento sulla guida di un motorino è degenerato in una violenta rissa e, infine, in una tragedia.
Tre giovani di Monreale sono morti e altri due sono rimasti feriti nella notte di sangue che ha sconvolto la comunità.
Secondo una prima ricostruzione, tutto sarebbe iniziato da un commento rivolto da alcuni ragazzi monrealesi ai giovani del quartiere Zen di Palermo.
Dalle parole si è passati rapidamente ai pugni e al lancio di sedie e tavolini, fino a quando – probabilmente in due – hanno estratto le pistole e aperto il fuoco.
Una pioggia di colpi: tre morti e due feriti
Nella sparatoria sarebbero stati esplosi una ventina di colpi di pistola. Due delle vittime sono morte sul colpo, mentre una terza, gravemente ferita, è deceduta poche ore dopo all’ospedale. Tra i feriti c’è anche un ragazzo di sedici anni, tuttora ricoverato.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Palermo, si stanno concentrando sulla posizione di un 19enne dello Zen, interrogato da ore dai carabinieri, e di un secondo palermitano.
I militari dell’Arma stanno lavorando senza sosta per ricostruire la dinamica esatta della notte di sangue.
L’ultimo gesto di Andrea: salvare la fidanzata
Emergono dettagli strazianti dalla testimonianza di chi era presente. Andrea Miceli, una delle vittime, avrebbe fatto in tempo a mettere in salvo la sua fidanzata: l’ha chiusa in auto e le ha intimato di non muoversi.
Pochi istanti dopo, mentre cercava di raggiungere il cugino Salvatore Turdo, anche lui assassinato, Andrea è stato colpito mortalmente.
Nonostante il disperato tentativo dei medici, è morto in ospedale a causa delle gravi ferite riportate. La fidanzata, ancora sotto shock, ha assistito impotente alla tragedia.
Una comunità sconvolta
Tre giovani vite spezzate in una notte che doveva essere di festa e che invece si è trasformata in un incubo. Il dolore e l’indignazione sono palpabili, mentre proseguono serrate le indagini per individuare tutti i responsabili e fare piena luce su quanto accaduto.