Tradizioni siciliane, a rischio la figura del cocchiere: parla il presidente di Rinascita ambiente

PALERMO – Riflettori puntati sulla città delle panelle e del noto panino con la “meusa” (milza). Palermo, il capoluogo siciliano, conserva ancora tante tradizioni e non solo culinarie.

Tra queste indubbiamente rientra anche la figura del cocchiere, uomo che conduce un veicolo trainato dai cavalli. Un mestiere che, oltre ad affascinare i turisti, sembrerebbe incontrare alcune difficoltà per sopravvivere.

Ne parla ai nostri microfoni Fabrizio Sanfilippo, presidente dell’associazione Rinascita ambiente di Palermo: “Il cocchiere è uno dei mestieri più antichi che ci riconosce come popolo siciliano. Tutti i turisti che vengono a Palermo hanno ancora l’idea di noi con la famosa ‘coppola’ e la carrozza”.

La situazione dei cocchieri nel capoluogo siciliano

“Il numero completo delle carrozze che dovrebbero stare in giro in città non c’è ed è stato sempre promesso a queste persone che si sarebbe fatto un bando in modo tale da considerare sia le licenze depositate che emetterne altre nuove per il completamento del numero. Le carrozze in circolo dovrebbero essere 65- 70, invece ce ne sono forse 37. Da premettere che da quando è stata istituita la zona a traffico limitato su Palermo, i cocchieri non hanno nemmeno delle postazioni delineate nelle piazze più caratteristiche della città. Al momento le carrozze non sono tutte in regola, per cui questi ragazzi che fanno questo antico mestiere sono sotto scacco perché se dovessero fermarli li multerebbero e sequestrerebbero la carrozza con il cavallo. Loro sono disponibili a rimettere a posto le stalle, a registrare i cavalli e a tenere sia il cavallo che la carrozza in regola”.

Un problema da risolvere

“Stamattina ho chiamato la segreteria dell’assessore Chianchiano e deve ancora richiamarmi. Organizzeremo un incontro e chiederemo un tavolo tecnico per far sì che l’assessore possa mettersi d’accordo con le istituzioni palermitane per indire questo bando e mettere in regola queste persone”, conclude il presidente di Rinascita ambiente.

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