PALERMO – Tolti i tornelli nel lido palermitano di Mondello, come disposto dalla Regione siciliana un paio di giorni fa.
Tornelli rimossi dal lido di Mondello
“Ora bisogna fronteggiare il problema dell’ordine pubblico: stiamo predisponendo una nota al prefetto e al questore e continuiamo a ricevere lamentele dai clienti, che sono anche spaventati per quanto sta accadendo”. Questo quanto afferma l’amministratore delegato della società Italo-Belga, Antonio Gristina, che gestisce in concessione il lido della borgata marinara e ritiene che il nuovo regolamento sia “un provvedimento ad personam”.
La questione
Tutto è cominciato a inizio agosto con il blitz a Mondello del deputato regionale Ismaele La Vardera e del presidente +Europa Matteo Hallissey. Il 13 agosto è seguita una circolare della Regione, e una settimana dopo, una nota che stabiliva 10 giorni di tempo per smontare tornelli e staccionate in tutti i lidi siciliani.
Le parole dell’amministratore delegato della società Italo-Belga, Antonio Gristina
“Toglieremo anche le staccionate – aggiunge Gristina – e stiamo reperendo i materiali (le corde e i paletti, come indicato dalla Regione) – per portare a termine i lavori. Sia chiaro: applichiamo il nuovo atto regolatorio, dunque non correggiamo una irregolarità che non c’è mai stata. I tornelli non erano vietati. La differenza, rispetto a prima, è che i bagnanti utilizzavano il varco disposto a cinque metri dal tornello, adesso, per pura sfida, passano dallo spazio in cui fino a ieri c’era il tornello, affermando che “Il mare è di tutti, l’ha detto La Vardera“”.
E ieri il deputato ha diffuso sui social il video di un camion che porta via i tornelli dismessi.
“Resta la questione dell’ordine pubblico: è impensabile che su una striscia di spiaggia profonda 30 metri e prossima alla città si possano riversare una popolazione di 700mila abitanti e 300mila turisti, senza un governo dello spazio”, dice Gristina, ricordando che l’amministrazione pubblica da decenni ignora la lunga spiaggia della costa Sud, frequentata fino a una quarantina d’anni fa e tutt’ora abbandonata a causa di scarichi e sfabbricidi riversati in mare.