Termini Imerese, inchiesta sui voti di scambio. Tripoli: “Meschina occasione di strumentalizzazione da parte di qualche avversario”

TERMINI IMERESE – Tra le 96 persone indagate nell’inchiesta della Procura di Termini Imerese, ci sarebbe anche Filippo Maria Tripoli, candidato sindaco a Bagheria.

L’inchiesta ha portato alla luce un sistema articolato di voti di scambio, nel quale sarebbe coinvolto anche l’ex presidente dell Regione Siciliana, Totò Cuffaro.

È lo stesso Tripoli a dichiarare: “Sono sicuro della mia estraneità ai fatti e di aver agito correttamente: non ho mai promesso posti di lavoro in cambio di voti. Dopo aver ricevuto e studiato le copie degli atti, attraverso i miei legali chiederò ai magistrati di essere sentito al più presto”.

Continua: “Se sul piano giudiziario mi sento assolutamente sereno sul piano politico mi amareggia il fatto che la notizia sia uscita proprio nel mezzo della campagna elettorale per le amministrative a Bagheria, che mi vede candidato a sindaco”.

“È evidente, infatti – continua Tripoli – che tale notizia rappresenta una ghiotta quanto meschina occasione di strumentalizzazione da parte di qualche avversario. Anche da parte di chi come l’onorevole regionale Salvatore Siragusa, del M5S, sbandierando il vessillo della legalità ha sostenuto un sindaco non solo indagato, ma anche rinviato a giudizio per falso ideologico, turbata libertà degli incanti, violazione del segreto di ufficio e abuso di ufficio al fine di perseguire interessi personali e familiari. Non ricordo, infatti, che Siragusa abbia chiesto né a Patrizio Cinque né ai consiglieri del Movimento di fare un passo indietro”.

Le indagini portate avanti dalla procura della provincia palermitana hanno preso avvio nel 2017 a seguito delle elezioni comunali di Termini, che avrebbero smascherato un vero e proprio sistema di attività clienterale che garantiva, in cambio di voti, posti di lavoro, esami di maturità e ammissioni ai test per facoltà a numero chiuso.

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