PALERMO – “Soddisfatta è un termine complesso perché, sfortunatamente, non è possibile tornare indietro nel tempo e avrei preferito non essere mai andata quella sera alla Vucciria, ma sono contenta di essere stata creduta visto che tutti erano contro di me. D’altra parte, sono sempre ragazzi della mia età, non provo odio contro nessuno, mi dispiace che si siano bruciati la vita e che la stavano bruciando anche a me, anzi in parte me l’hanno bruciata“.
Queste parole sono state espresse dalla diciannovenne vittima dello stupro di gruppo, avvenuto lo scorso 7 luglio, in un cantiere abbandonato del Foro Italico, a Palermo, durante la sua partecipazione al programma «Diario del giorno» su Rete 4, seguendo la condanna a 8 anni e 8 mesi emessa oggi dal gup del tribunale di Palermo, nei confronti dell’unico minorenne coinvolto nella violenza.
“Mi dispiace comunque che sia successo tutto questo, prima di tutto per me» – ha aggiunto la ragazza, la cui identità è stata protetta dalle telecamere – «Se non fosse successo, sarei una persona diversa e non tormentata più di quanto non lo fossi prima, a causa di tutto ciò che si è susseguito nella mia vita, che non è mai stata tanto serena“.
“Nel mio privato continuo a soffrire a causa dei flash orribili di quella notte. Gli attacchi di panico sono diminuiti, ma precedentemente erano frequenti, soprattutto di notte, impedendomi di dormire. Sto cercando di trovare una mia strada e di uscire da questi ricordi, grazie al supporto del mio avvocato e dell’associazione «Le Onde». Nonostante l’incredulità delle persone, nel mio privato continuo a soffrire“.
“Spero che il mio caso sia d’esempio” – ha affermato, con la speranza di diminuire gli episodi di violenza. Molte donne le hanno scritto dicendo che il suo caso le ha spinte a sporgere denuncia, cosa che la rende contenta. Tuttavia, ha sottolineato che non è bello vivere resistendo a tutto ciò che ti succede; la sua vita è più una sopravvivenza che altro. Spera in una trasformazione verso una vita felice.