Strage di Ustica, secondo Amato “il DC9 fu abbattuto da un missile francese”

PALERMO –Il Dc9 fu abbattuto da un missile francese“: esorta così l’ex presidente del consiglio italiano Giuliano Amato in una intervista rilasciata ai colleghi di La Repubblica in merito alla strage di Ustica.

A 43 anni da una delle pagine più oscure della nostra nazione, arrivano spiragli di luce.

La versione di Amato sulla strage di Ustica

Secondo Amato, la versione più credibile dell’abbattimento del DC9 dell’Itavia avvenuto il 27 giugno del 1980, coinvolge la responsabilità dell’aeronautica francese, con la complicità degli Stati Uniti e di altri attori coinvolti nella guerra aerea che si stava combattendo nei cieli italiani quella fatidica sera. L’obiettivo apparente di questa operazione era eliminare il leader libico Muammar Gheddafi, il quale si trovava a bordo di un caccia Mig della sua aviazione.

Amato ha rivelato che il piano prevedeva di simulare un’esercitazione della NATO, durante la quale sarebbe stato lanciato un missile contro Gheddafi, camuffando così l’attacco come un incidente involontario in un contesto di addestramento militare con molte altre aeromobili in azione. L’inganno avrebbe permesso agli orchestratori di nascondere l’intenzione omicida dietro l’abbattimento.

Incredibilmente, Gheddafi fu avvertito del pericolo imminente e decise di non salire a bordo del suo aereo. Il missile, invece, colpì un Mig libico, provocando la morte di ottantuno persone a bordo del DC9 dell’Itavia, che si inabissò.

Secondo la teoria di Amato, l’ipotesi più accreditata è che il missile sia stato lanciato da un caccia francese, partito da una portaerei al largo della costa meridionale della Corsica o dalla base militare di Solenzara, che era molto trafficata quella sera. Sorprendentemente, la Francia non ha mai fatto piena luce su questo incidente.

Amato ha sottolineato che inizialmente i militari italiani avevano mantenuto un silenzio impenetrabile, ostacolando le indagini e cercando di nascondere la verità. Quando, nel 1986, ricoprì la carica di sottosegretario alla Presidenza e fu coinvolto nella vicenda, Amato ha ricevuto visite da parte di generali che cercavano di convincerlo della teoria che l’aereo fosse esploso a causa di una bomba interna. Questa spiegazione era stata avanzata per sostituire la precedente menzogna riguardante un “cedimento strutturale” dell’aeromobile.

Amato ha espresso il suo sconcerto per questa serie di falsità, sospettando che ci fosse una verità ben più oscura dietro l’operato di numerosi militari di alto rango coinvolti nella copertura degli eventi. Questo segreto sembrava coinvolgere direttamente la NATO, alimentando il mistero circostante l’incidente.

Il ruolo di Bettino Craxi

Infine, Amato ha affermato di aver appreso successivamente, anche se senza possedere prove concrete, che l’allora presidente del Consiglio italiano, Bettino Craxi, aveva avvertito Gheddafi del pericolo nei cieli italiani. La rivelazione avrebbe potuto comportare gravi conseguenze per Craxi, incluso l’accusa di infedeltà alla NATO e di spionaggio a favore dell’avversario.

In sintesi, le affermazioni di Giuliano Amato cominciano a fare luce sulla tragedia dell’abbattimento del DC9 dell’Itavia nel 1980, sollevando domande importanti sulla possibile complicità di attori internazionali e sulle motivazioni dietro questo tragico episodio. Resta da vedere se ulteriori indagini verranno avviate per approfondire queste rivelazioni e far emergere la verità definitiva su questa pagina oscura della storia italiana.