Strage di Capaci, Palermo si unisce nel ricordo di Falcone

PALERMO – Si scende in piazza a Palermo per il corteo organizzato in occasione dell’anniversario di morte di Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia il 23 maggio 1992.

Una tragedia che di anno in anno continua a scuotere gli animi di chi ha avuto modo di ammirare il coraggio del celebre magistrato o di chi comunque, in un modo o nell’altro, si sente grato del suo “sacrificio”.

Manifestanti in prima linea

L’evento, che ha avuto inizio oggi pomeriggio davanti alla facoltà di Giurisprudenza del capoluogo siciliano, è stato organizzato da ‘Our voice‘ e dalla Cgil Palermo.

I partecipanti, “armati” di striscioni su cui si leggono slogan come “No mafia, no guerra“, raggiungeranno l’albero Falcone. Proprio lì, alle 17,58 (orario dell’attentato) avrà luogo un momento di commemorazione in ricordo del magistrato, di sua moglie e dei tre agenti di scorta, tutte vittime della strage di Capaci.

Tra i cartelloni portati in piazza dai manifestanti non passa inosservato quello su cui si legge: “Presidente Meloni i vostri manganelli non garantiscono ordine pubblico ma sono abusi di potere“.

La Meloni ricorda Falcone

Proprio la premier Meloni, nel “mirino” di alcuni manifestanti scesi in piazza, si è espressa sui social sull’importanza dell’anniversario della strage di Capaci.

Ricorre oggi – ha scritto – il 32esimo anniversario della strage di Capaci. Giovanni Falcone ci ha insegnato che ‘gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini‘. Fare ogni giorno tesoro di queste parole è il modo migliore che tutti noi abbiamo per onorare il sacrificio di chi ha perso la vita a Capaci quel 23 maggio 1992“.

Non disperdere i loro insegnamenti, il loro coraggio, portare avanti quei valori di Libertà, Giustizia e Legalità che hanno reso immortali: più forti del tritolo e delle bombe di vigliacchi criminali senza scrupoli“.

Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani e tutti gli altri eroi che hanno combattuto per una società libera dall’oppressione mafiosa, vivono ancora e per sempre nei nostri cuori. Le loro idee camminano sulle nostre gambe e su quelle di chi verrà dopo di noi. Contro ogni mafia, sempre“.

La corona d’alloro in caserma e l’inaugurazione murales

Momenti di commozione e riflessione anche alla caserma Lungaro di Palermo. Lì il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e il capo della polizia, Vittorio Pisani, hanno deposto una corona d’alloro.

Poco dopo sono stati inaugurati due murales che raffigurano i giudici Falcone, Morvillo e Borsellino con gli agenti delle scorte morti nelle stragi di Capaci e via D’Amelio.

I murales sono stati realizzati dagli studenti del coro artistico “Ragusa” e Otama Kyoara” di piazza Turba a Palermo.

Tra i presenti il procuratore Maurizio de Lucia, la presidente della commissione antimafia Chiara Colosimo, il prefetto Massimo Pisani, l’ex direttore dell’Fbi Louis Freeh, il questore Maurizio Vito Calvino e Matteo Frasca, presidente della Corte di appello.

Boom di studenti in piazza della Memoria

Ha scelto di ricordare il coraggio, la determinazione e la forza di Falcone anche una buona parte degli studenti siciliani.



Stamattina ben 5mila di loro si sono riuniti davanti al Palazzo di giustizia di Palermo, aderendo alla Rete per la cultura antimafia che ha come capofila l’istituto Giuliana Saladino di Palermo.

I giovani hanno preso parte a rappresentazioni teatrali, lettura di poesie e performance musicali.

Se la mafia fosse solo un’organizzazione criminale avremmo già vinto – ha affermato Giusto Catania, dirigente della Saladinoper questo dobbiamo incidere sulla formazione. Con questo obiettivo, lo scorso anno, è nata la Rete che riunisce 139 scuole e che oggi organizza cinquanta manifestazioni in Sicilia. Ma la nostra azione si svolge durante tutto l’anno con iniziative che riguardano anche la didattica per gli insegnanti“.

Siamo convinti che nella lotta alla mafia bisogna partire dai giovani“, ha dichiarato invece Giuseppe Tango, presidente a Palermo dell’Associazione nazionale magistrati che insieme all’Ordine degli avvocati, guidato da Dario Greco, ha aderito alla manifestazione.

Davanti al tribunale stamane si è recato anche don Luigi Ciotti, fondatore di Libera. Alle 11,45 si è tenuto un momento per ricordare le vittime di Capaci.

Il procuratore Melillo parla ai ragazzi

Tra gli interventi più significativi dell’evento non si può non citare quello di Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia.

Voi avete il dovere di essere consapevoli che ciò che vi è stato dato non è stato dato per sempre. Democrazia, libertà e diritti sono beni che si perdono se non vengono conservati con cura e attenzione“.

Questo giorno – ha aggiunto – è importante anche perché, ancora oggi, vaste aree del pianeta sono in mano al narcotraffico e alla corruzione contro cui aveva lottato Giovanni Falcone. Per questo abbiamo oggi a Palermo alcuni rappresentanti della magistratura del Sudamerica che combattono organizzazioni straordinariamente pericolose“.

Dario Greco, presidente dell’Ordine degli avvocati, ha invece dichiarato: “La mafia voleva abbattere la giustizia, la libertà e la democrazia, ma non c’è riuscita anche grazie al sacrificio di donne e uomini valorosi. Il 23 maggio del 1992 ha cambiato il nostro Paese, ma non come voleva Cosa Nostra“.

Presenti anche la procuratrice generale Lia Sava, il presidente del Tribunale Piergiorgio Morosini, il presidente della Corte d’appello Matteo Frasca.

Falcone ricordato dal presidente Schifani

Il presidente della Regione ha partecipato questa mattina alla cerimonia di commemorazione in occasione del 32° anniversario della strage di Capaci, a Palazzo Jung, a Palermo, luogo della memoria delle vittime innocenti della mafia.

Accompagnato dai vertici della Fondazione Falcone ha visitato i locali del costituendo Museo del presente, finanziato dalla Regione, esempio di sinergia tra le istituzioni e segnale efficace per tutti i siciliani. A seguire ha reso omaggio alla caserma Lungaro agli agenti di polizia uccisi durante le stragi.

Il governatore ha sottolineato come la memoria del giudice Giovanni Falcone debba far parte della vita quotidiana di ogni siciliano, a maggior ragione se occupa ruoli istituzionali e di responsabilità, per essere di esempio nella propria azione e nelle proprie decisioni. La lotta alla mafia deve prevedere l’unità di tutte le istituzioni a tutti i livelli.