Cronaca

Strage di Altavilla: negata l’infermità mentale a Barreca e condannata a 12 anni e 8 mesi la figlia

PALERMO – La Corte d’Assise di Palermo ha respinto la richiesta di infermità mentale avanzata dalla difesa di Giovanni Barreca, il muratore di Altavilla Milicia accusato di aver torturato e ucciso la moglie e i due figli durante un presunto esorcismo.

Secondo la Corte, l’uomo era perfettamente capace di intendere e di volere al momento dei fatti.

Il processo

Barreca è sotto processo insieme a Sabrina Fina e Massimo Carandente, una coppia di fanatici religiosi che avrebbe partecipato al macabro rituale sfociato nella brutale strage.

Oltre alla decisione sulla capacità di intendere e volere di Barreca, la Corte ha anche respinto l’istanza di nullità del decreto di rinvio a giudizio, avanzata dal legale di Sabrina Fina. L’avvocato aveva sollevato dubbi sulla presunta indeterminatezza delle accuse, in particolare sul ruolo esatto della donna negli omicidi.

“Le tre imputazioni contestate alla donna – ha detto la Corte – appaiono sufficientemente specificate tanto da consentirle un completo contraddittorio. Non ci sono elementi che facciano profilare un’ipotetica non imputabilità”.

Le dichiarazioni di Sabrina Fina

“Non ho mai ucciso nessuno, né ho mai avuto alcun istinto omicidiario, amo i bambini, gli animali e i disabili”.

Lo ha detto nel corso delle dichiarazioni spontanee Sabrina Fina.

“Sono fiera di essere cresciuta nella mia famiglia – ha detto riferendosi ai genitori adottivi – ho subìto violenza da piccola e sono miracolata a detta dei medici. Sono stanca di queste calunnie, non ho mai fatto avvicinare Barreca perché non mi è mai piaciuto. Ho chiesto a Carandente di non mettermi in mezzo, ma mi ha costretto a partecipare perché se non avessi preso parte alle preghiere avrei tradito Dio. Sono una chioccia amorevole – ha concluso – amo i bambini, ho salvato la mia cagnetta, amo gli anziani e i disabili”.

La condanna per la figlia di Barreca

Per la figlia di Giovanni Barreca, invece, il GIP del Tribunale per i Minori di Palermo, Nicola Aiello, ha emesso una condanna a 12 anni e 8 mesi di reclusione. La 17enne è accusata di aver partecipato, insieme al padre, al brutale omicidio della madre e dei due fratellini.

La giovane era imputata per omicidio plurimo aggravato e occultamento di cadavere. Il pubblico ministero aveva richiesto una condanna a 18 anni, ma il giudice ha deciso per una pena leggermente inferiore.

Redazione

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